Controllare la propria casella di posta elettronica o la cassetta della posta ordinaria è il consiglio da dare a molti pensionati italiani. Infatti l’INPS a molti pensionati sta comunicando il taglio della pensione a partire dal mese di giugno. Tutto nasce da una dimenticanza dei pensionati, che evidentemente, oltre a non aprire la loro casella di posta elettronica, non hanno provveduto ad alcuni adempimenti obbligatori e periodici.
A tal punto che adesso rischiano di subire la revoca definitiva di alcune prestazioni, con conseguente taglio di pensione.
Dal mese di giugno perderanno una parte della pensione molti pensionati e nemmeno lo sanno
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Sottovalutare le comunicazioni dell’INPS è sempre un errore, soprattutto se riguarda gli inviti ad adempiere a determinate pratiche per il pensionato. Adesso però le comunicazioni di cui parliamo non parlano di un adempimento, ma danno notizia della revoca che parecchi pensionati subiranno su alcune somme aggiuntive che spettano al pensionato, ma solo dietro richiesta o dietro una particolare procedura. Dal mese di giugno perderanno una parte della pensione molti pensionati, almeno stando ad un messaggio INPS del 9 maggio scorso.
Gli importi aggiuntivi revocati dall’INPS partono dalla mancata adesione dei pensionati alla campagna RED 2019 e 2020. E sono proprio i pensionati che hanno goduto di importi aggiuntivi sulla pensione in quel biennio, a perderli definitivamente adesso. Ma si va oltre, perché in base a quanto si legge nel messaggio dell’INPS, adesso si tratta di restituire anche i soldi presi, perché evidentemente l’INPS li considera indebitamente elargiti.
Da giugno tagli importanti di assegno e trattenute mensili per i soldi presi precedentemente
Infatti nel messaggio dell’Istituto si parla di revoca definitiva per gli importi aggiuntivi collegati al reddito dei pensionati delle gestioni private, che hanno omesso la comunicazione periodica dei redditi. Si tratta di quella che comunemente viene definita quattordicesima mensilità. L’INPS comunica che la restituzione delle mensilità aggiuntive del 2019 e 2020 verranno recuperate a partire dal mese di giugno.
Un rientro a rate, in due anni (24 mesi). Ma la restituzione per via della mancata comunicazione reddituale riguarderà anche le maggiorazioni previste dalla Legge n° 388 del 2000 (la Legge di Bilancio entrata in vigore nel 2001). Infatti chi ha goduto di queste maggiorazioni in virtù di redditi non confermati dalle dichiarazioni delle campagne RED, adesso dovrà restituirli. In pratica oltre a perdere una parte della pensione per via del blocco di queste maggiorazioni, occorre restituire quelle prese precedentemente. In questo caso la restituzione sarà in 12 mesi e sempre a partire dal rateo di pensione di giugno.