Il sultano Erdogan prevale di stretta misura nel ballottaggio in Turchia. Il Supremo Consiglio Elettorale ha decretato la vittoria, seppur di stretta misura, di Erdogan che, con questa ennesima riconferma, entra di diritto nella storia della Repubblica di Turchia, estendendo la sua già ventennale leadership di governo fino al 2028. Dal ballottaggio in Turchia esce vincitore Erdogan.
A cento anni dalla fondazione della Repubblica kemalista inizia il nuovo secolo turco
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Passato indenne attraverso un drammatico tentativo di colpo di stato, nel 2016, Erdogan si propone all’opinione pubblica come il condottiero che, a cento anni dalla fondazione della Turchia kemalista, condurrà il paese verso un nuovo glorioso secolo, da lui ribattezzato “il secolo turco”.
Al di là degli accenti retorici, con le sue dichiarazioni Erdogan sembra sancire la fine di un’era nella recente storia della Turchia, quella delle ingerenze politiche da parte delle forze armate. Queste ultime, infatti, a partire dal dopoguerra, sono spesso intervenute attraverso colpi di stato per alterare il gioco democratico delle forze politiche in campo.
Subito le calde congratulazioni di Putin, seguite da quelle di Orban e Lukashenko
Uno dei primi leader mondiali a congratularsi con “il caro amico” Erdogan, per la sua vittoria elettorale, è stato il Presidente russo, Vladimir Putin. Egli ha voluto sottolineare che questo risultato è da considerarsi come un riconoscimento da parte del popolo turco a favore di una politica estera sovrana ed indipendente. Ha poi aggiunto un personale apprezzamento per gli sforzi compiuti da Erdogan nel rafforzare le relazioni turco-russe e la cooperazione in vari settori. A tal proposito il Presidente Putin ha fatto riferimento a due importanti progetti in campo energetico: la costruzione della centrale nucleare di Akkuyu con il fondamentale apporto dell’agenzia atomica russa, Rosatom, ed il futuribile hub euroasiatico del gas che dovrebbe essere implementato sul suolo turco.
Anche il Premier nazionalista ungherese, Orban, è stato uno dei più solerti capi di Stato a congratularsi con Erdogan. A Orban ha fatto seguito immediatamente l’autocrate bielorusso Lukashenko, il quale ha dichiarato: La considero una figura politica forte e valente ed un buon amico della Bielorussia”.
Erdogan attacca i diritti lgbt e la cultura occidentale
Queste iniziative in campo energetico non rivestono soltanto una valenza economica ma sottendono delle notevoli implicazioni geopolitiche, nel quadro di un sempre più accentuato confronto tra l’Occidente e la Russia. L’ambigua posizione di Erdogan, che ha mantenuto strette relazioni con la Federazione russa nonostante le sanzioni decretate dall’Occidente si è manifestata anche in alcune dichiarazioni espresse subito dopo la vittoria elettorale.
Con queste parole, infatti, il sultano si è rivolto ai cittadini durante un discorso trasmesso sulla tv di Stato: “Nella nostra cultura la famiglia è sacra, strangoleremo chiunque osi toccarla “, attaccando l’opposizione che a suo dire appoggerebbe la comunità LGBTQIA+. Ha poi aggiunto, a chiosa del suo discorso, che “Nessuno può insultare le nostre famiglie “, esprimendo in tal modo la sua avversione per la cultura occidentale dei diritti civili e della società aperta, ponendosi invece come alfiere dei valori tradizionali.
Assumendo tale postura, Erdogan da un lato vuole strizzare l’occhio a quella parte della società turca che vive nelle zone più interne ed arretrate del paese, la c.d. Turchia profonda, dalla quale ha sempre tratto un consistente bottino di consensi. Ma dall’altro versante vuole mandare un segnale all’Europa ed agli Usa per rivendicare la propria indipendenza geo-culturale e geopolitica, nonostante sia un paese membro della Nato. Dalle sue dichiarazioni sembra infatti trasparire una maggiore vicinanza politica e affinità culturale agli autocrati euroasiatici, piuttosto che ai leader politici occidentali.
Dal ballottaggio in Turchia esce vincitore Erdogan. Freddezza in Europa ed oltreoceano
“Continueremo a lavorare insieme come alleati nella NATO su questioni bilaterali e sfide globali condivise”, ha dichiarato Biden in un tweet. L’enfasi di Biden sulla NATO riflette la priorità di Washington di vedere la Svezia entrare nella NATO entro il vertice di Vilnius di metà luglio. Mentre la Finlandia è entrata nella NATO il mese scorso, l’adesione della Svezia è stata bloccata dalle obiezioni di Turchia e Ungheria. La Turchia sostiene che Stoccolma ospita membri di gruppi militanti che considera terroristi.
Le reazioni dei mercati
Dal ballottaggio in Turchia esce vincitore Erdogan, e la lira turca ha oscillato vicino ai minimi storici rispetto al dollaro dopo che i risultati elettorali sono stati diffusi. Nelle ore asiatiche la valuta si è attestata a 20,05 contro il dollaro, appena al di sotto del minimo storico di 20,06 toccato venerdì. L’affermazione del Sultano è una brutta notizia per l’economia. Dopo la crisi del 2021, le autorità politiche hanno assunto un ruolo sempre più attivo nei mercati valutari, con movimenti giornalieri divenuti innaturalmente piccoli e che registrano per lo più un indebolimento, mentre le riserve valutarie e auree si sono ridotte. Nella prima sessione di trading post-elettorale il bond con scadenza 2036 è rimasto stabile, secondo i dati di Tradeweb. Anche i CDS sono rimasti stabili a 666 punti base. Prima delle elezioni il livello era di circa 480 punti base.
di Paolo Chirafisi e Bepi Pezzulli