«L’Italia sul serio». Come «Roma». Sempre «sul serio». Il primo è lo slogan del Congresso di Azione voluto da Carlo Calenda che ha animato Roma sabato e domenica. Lo slogan è sull’impronta del motto «Roma sul serio». A segnare una continuità con i punti saldi della sua battaglia politica. Per Roma, Calenda ha portato avanti la campagna elettorale per sostenere la sua candidatura a sindaco lo scorso anno. La corsa però, com’è noto, è stata vinta da Roberto Gualtieri espressione del PD.
Il Congresso
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Pare sia stato un successone il primo meeting di Azione, di cui Carlo Calenda è segretario. Tantissimi i delegati, ospiti, discorsi e clamore popolare. Molto applaudita Emma Bonino. L’obiettivo di Azione è di arrivare al 20% dei consensi nella prossima tornata elettorale. E apertamente Calenda pare abbia invitato a far parte dei suoi Forza Italia e il Partito Democratico, col quale già sarebbe scattato il colpo di fulmine. «No» deciso a Fratelli d’Italia e «nì» al Movimento 5 Stelle, che secondo alcuni è proprio un «no» secco secondo altri un diniego sul quale si può ancora trattare. La durissima Meloni però ha replicato alla barriera di Calenda affermando che bene farebbe l’ex maratoneta in corsa per il Campidoglio a ricordarsi di quando cercava sostegno proprio per la candidatura a sindaco della Capitale. Insomma tutto potevamo aspettarci, tranne che FDI accusasse il colpo.
Da Roma il fragore del Congresso di «Azione» pizzica i partiti storici, si riapre la partita per le prossime elezioni 2023
Calenda parla di un Polo «sganciato da sovranisti e populisti», un «campo largo» con cui poter governare insieme a Enrico Letta (segretario del PD) o la parte liberale di Forza Italia, se mai lo vorranno. Sul conto di Renzi afferma: «decida se fare politica o business». Non nomina i lavori in corso della nascente coalizione di Centro, che viene di fatto quasi snobbata, sicuro com’è di mettere in crisi realmente i due poli contrapposti. E forse ci è riuscito realmente. Basti guardare alle ossa rotte con cui sono usciti i partiti dalla battaglia quirinalizia che anziché ricalcificarsi stanno andando in frantumi. E se Meloni e Salvini non dovessero convergere, realmente Forza Italia sarebbe costretto a guardarsi intorno. E non è escluso lo stia già facendo.
Chi è Carlo Calenda
Uomo che all’indomani della sconfitta romana, ripartì con più voga di prima, «Carlè» come lo chiamano alcuni dei suoi strettissimi, sembra un duro che non teme alcun male. Deciso e tenace, ha un passato curriculare di tutto rispetto. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università «La Sapienza» di Roma inizia a districarsi nel mondo del lavoro come venditore di polizze assicurative porta a porta. Nel 1998 compie il grande passo all’interno della scuderia Ferrari e stringe un importante liaison con Luca Cordero di Montezemolo. Successivamente vola nella galassia Sky in qualità di responsabile marketing di Sky Italia. Ancora dopo dirige gli affari internazionali di Confindustria. Sposato dal 2001, ha tre figli e un quarto avuto da una precedente relazione.
Nello scorso weekend ha fatto il botto. E da Roma il fragore del Congresso di «Azione», che pizzica i partiti storici, viene a riaprirsi la partita per le prossime elezioni 2023 e sarà interessante seguirne gli sviluppi.