Crollo mercati azionari e obbligazionari si abbatte sui fondi pensione, caduta choc dei rendimenti

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In Italia la previdenza integrativa non è mai decollata in questi anni così come ci si aspettava. Al punto che, prima di dimettersi, l’ex premier Mario Draghi aveva attivato con i Sindacati un tavolo di confronto. Proprio per il rilancio della previdenza complementare.

Nel frattempo, il 2022 si candida per essere in Italia un annus horribilis per i fondi pensione. Complice la discesa dei mercati azionari ma soprattutto a causa del crollo dei prezzi dei titoli di Stato. E questo per effetto di un aumento dei tassi di interesse che è stato troppo veloce e che ha penalizzato anche gli strumenti di risparmio e d’investimento che, generalmente, sono a basso rischio.

Crollo mercati azionari e obbligazionari affonda in Italia la previdenza integrativa

Non a caso, dall’ultimo rapporto della COVIP è emerso che in Italia gli iscritti ai fondi pensione sono aumentati a quota 9,1 milioni. In accordo con il monitoraggio relativo al periodo gennaio-settembre 2022.

Ma nello stesso tempo a questo aumento degli iscritti è corrisposto un vero e proprio crollo dei rendimenti. Si registra nel periodo, infatti, una perdita media del 12,4% per i nuovi PIP. Che sono i Piani Individuali Pensionistici.

Ma anche un pesante -12,2% per i fondi pensione aperti e un -10,6% per i fondi negoziali. Con il crollo mercati azionari e obbligazionari che è proprio la spiegazione di questi rendimenti che in genere non sono tipici proprio dei fondi pensione.

Le iscrizioni ai fondi pensione sfondano la quota dei 10 milioni

I rendimenti forniti dalla Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione, per il periodo gennaio-settembre del 2022, sono stati calcolati sia al netto dei costi di gestione sia al netto della fiscalità. Con gli iscritti che sono 9,1 milioni, come sopra detto.

Il numero delle iscrizioni, nei primi nove mesi del 2022, è salito del 4,2%. Precisamente, 410.000 iscrizioni in più rispetto al 2021. Che portano le iscrizioni complessivamente a quota 10,1 milioni al 30 settembre del 2022. E questo perché ci sono pure iscritti a più forme di previdenza integrativa.

Crescita robusta per le adesioni ai fondi negoziali nel periodo gennaio-settembre 2022

Per tipologia, inoltre, nei primi nove mesi dell’anno, sebbene ci sia stata la caduta dei rendimenti, le posizioni sui fondi negoziali sono balzate dell’8%. Per effetto di 278.000 nuove adesioni che portano in totale le iscrizioni, alla data del 30 settembre del 2022, a quota 3,735 milioni. Nel ricordare che, rispetto ai fondi pensione aperti, quelli negoziali sono una forma di previdenza complementare privata che è frutto di un’intesa tra i datori di lavoro e i rappresentanti dei lavoratori.

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