Diminuiscono i crediti deteriorati sia in Italia che in Europa. La stima la fa l’ABI per l’Italia e registra 31,4 miliardi, in calo del 52% . In Europa a fare i conti in tasca alle banche ci pensa la Banca Centrale Europea fissando una diminuizione del 41,3% rispetto a 5 anni fa e stabilendo l’asticella a 587 miliardi.
Crediti deteriorati che fine fanno
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Questa riduzione di crediti deteriorati è dovuta dal fatto che le banche hanno ceduto a società finanziarie o a fondi d’investimento queste mole di soldi non riscossi.
Cedere il credito deteriorato non è una soluzione per fare recuperare fiato alle banche.
Il tasso di deterioramento delle sofferenze è al 3,1%. Non è un mistero che al Sud si registra la situazione peggiore con quasi il doppio rispetto al nord – est.
Come fare
Smaltire questa mole di crediti deteriorati non fa sicuramente bene direttamente ai problemi economici dell’Italia. Per fare risollevare l’economia e mettere le banche in condizioni migliori serve ben altro, la cessione dei crediti deteriorati è solo una goccia. Per aumentare la solidità del sistema creditizio servono altre misure.
Gli aumenti di patrimonio o maggiori accantonamenti sui crediti deteriorati non sono le scelte più efficienti.
Gli sforzi da fare
Per stare più tranquilli e non far saltare il sistema bancario c’è la necessità di prevedere un nuovo modo di fare banca.
Cosa prevede la normativa
Le nuove normative europee prevedono per i crediti concessi nell’ultimo anno e divenuti deteriorati la loro svalutazione integrale in tre anni se il credito è non garantito, in sette se garantito da altre tipologie di garanzie, o nove anni se credito ipotecario con questo quadro in Italia non è difficile che si possa verificare un credit crunch e sarebbero dolori per le banche e per l’intera economia. L’attenzione resta alta, in questo clima di incertezza, anche le banche navigano a vista.
Approfondimento
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