A circa due anni dalla sua comparsa il Covid è ancora al centro, sotto molteplici aspetti, della ribalta mediatica.
Come spiegato in questo articolo, i casi di contagio sono in risalita, purtroppo anche nel nostro Paese, anche se la situazione risulta decisamente meno problematica in Italia, rispetto alla situazione di altri Stati.
Cosa sta quindi succedendo in diversi Paesi europei, in particolare in Gran Bretagna?
Molti si stanno domandando quali siano i motivi di questa risalita nei contagi. A tale riguardo, pur non essendovi un’unica opinione condivisa da parte degli esperti, cerchiamo di dare alcune risposte, che tengono soprattutto conto delle caratteristiche di un virus.
Inoltre analizziamo, in questo articolo, anche alcune riflessioni giuridiche su uno strumento come il Green Pass.
Questi i due temi, tra i tanti, relativi al Covid 19, tutti di stretta attualità, e che andiamo ad esaminare nel presente articolo.
Covid: tra nuove ondate e Green Pass italiano
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In diversi Paesi europei è in atto una nuova ondata del virus, che in particolare sta conoscendo un significativo livello di contagio in Gran Bretagna.
Questo Paese, ad esempio, sta conoscendo una nuova impennata di contagi nonostante sia stato tra i primi ad attuare una campagna vaccinale. E nonostante abbia raggiunto una percentuale del 66% di vaccinati con ciclo intero e di oltre il 70% con almeno una dose.
Ma forse proprio tale circostanza può spiegare gran parte della situazione attuale, l’aver proceduto alla campagna di vaccinazione ormai da qualche tempo.
Una delle spiegazioni che vengono infatti date a questa situazione di ripresa del contagio, riconduce allo scarso utilizzo di dispositivi di protezione individuale. Stiamo parlando di mascherine e distanziamento, in presenza di vaccinazioni che, nel tempo, diminuiscono la propria efficacia.
Quali i motivi delle nuove impennate?
Secondo diversi esperti, sarebbero infatti queste le due principali ipotesi che spiegano la nuova ondata del virus. O nuove varianti, nei cui confronti i vaccini già somministrati non sono efficaci, o lo sono di meno. O una minor difesa rispetto al passato, anche nei confronti delle stesse varianti, per un fattore di incrementata inefficacia, direttamente proporzionale al tempo trascorso dalla somministrazione.
Del resto, che fenomeni di questo tipo potessero verificarsi era già stato dimostrato da quanto successo in passato in alcuni Paesi, tra i quali, ad esempio, Israele.
Soprattutto se venisse confermata la seconda ipotesi, ossia che questa nuova ondata dipende essenzialmente da una limitata efficacia temporale del vaccino, verrebbe secondo taluni confermata la tesi dell’opportunità di rinnovare la campagna di vaccinazioni. E ciò non solo estendendo la seconda dose, ma procedendo anche con almeno una terza somministrazione.
Possiamo quindi osservare che si riconferma una delle criticità, rispetto a chi invece riteneva il vaccino la soluzione definitiva una volta per tutte. Soprattutto a fronte del rischio varianti. Ma anche in considerazione della diminuzione dell’efficacia nel tempo, pur nei confronti delle stesse varianti, la vaccinazione potrebbe considerarsi effettivamente efficace se diviene oggetto di una somministrazione periodica, reiterata nel tempo. Ed integrata con nuovi vaccini efficaci contro nuove varianti.
Insomma saremmo di fronte, per alcuni, alla necessità di una campagna reiterata sino alla scomparsa del virus.
Strettamente collegato al tema della pandemia è inoltre quello del Green Pass.
Ma sul tema Green Pass, quali riflessioni stanno emergendo?
Continuiamo la trattazione sull’argomento Covid, tra nuove ondate e Green Pass italiano.
L’obbligo di sottoporsi a tampone o altro test in alternativa alla vaccinazione, per ottenere il Green Pass, dopo una fase iniziale di dibattito e di scontro, anche acceso, nel nostro paese, sta divenendo oggetto anche di analisi sotto il profilo legale.
Intanto ci si interroga sulla efficacia temporale, in considerazione di contagi che, se aumentano, potrebbero indurre invece a ridurre la validità temporale di tale documento.
Ci si domanda, inoltre, se sia possibile ricorrere contro l’applicazione di sospensione dal lavoro e sanzioni amministrative, nel caso di inosservanza delle disposizioni.
L’inosservanza delle norme in materia di Green Pass infatti comporta le conseguenze legali, di cui sopra.
Analizziamo quindi alcune riflessioni, che si stanno formulando in materia.
A parte la questione della incostituzionalità della normativa, secondo una certa tesi sarebbe valevole il ricorso al principio di impossibilità.
L’esimente della impossibilità
Come noto, nel nostro ordinamento giuridico vige un fondamentale principio.
Un obbligo giuridico cessa di sussistere, quando interviene una impossibilità o soverchia difficoltà di adempierlo.
Tale principio trova applicazione sia in ambito civilistico, con riferimento all’impossibilità di adempiere obbligazioni, sia in ambito giuspubblicistico.
Talora è esplicitato, come esimente specifica, da alcune normative. Ma comunque si considera sempre valevole, quale principio generale del nostro ordinamento.
Si pensi, ad esempio, a tutte quelle normative che, pur prevedendo determinati obblighi, li fanno venir meno in caso di eccessive difficoltà o impossibilità nell’adempierli. Unesempio è l’installazione di termoregolatori e termocontabilizzatori individuali negli impianti di riscaldamento.
È solo un esempio di situazioni, in cui espressamente una normativa di legge esime dagli obblighi dalla medesima previsti.
Nel caso di specie, pare eccessivo il numero di tamponi o altri analoghi test, che sarebbero necessari per l’adempimento dell’obbligo da parte di tutti i destinatari, per un numero reiterato di volte, rispetto alla effettiva disponibilità di tali strumenti, collegata all’esigenza di farsi rilasciare il Green Pass.
Di qui casi in cui il singolo, pur volendovisi sottoporre, non ci è riuscito, o ha comunque trovato eccessive difficoltà nel farlo.
Il problema del numero di richieste
Non tutte le farmacie riescono infatti a far fronte al numero di richieste, e conseguentemente non tutti coloro che hanno domandato di sottoporsi ai test, hanno potuto soddisfare tale richiesta. Non è quindi dipeso da una volontà di evitare il Green Pass.
Ecco, quindi, che il richiamo ad un tale principio generale del diritto, secondo taluni legittimerebbe l’affermazione, nel singolo ricorso, di una insussistenza dell’obbligo per impossibilità o soverchia difficoltà nell’adempierlo.
Diversa la questione, qualora sul fronte dell’offerta vi ottenesse poi invece una sufficiente copertura delle domande.
Non, quindi, perché non ci si voglia sottoporre al test, ma perché non si è riusciti a farlo potrebbe, secondo taluni, costituire motivazione da inserire in eventuali ricorsi.
Ovviamente la normativa sul Green Pass è recente. Pertanto non è ancora disponibile una giurisprudenza o un orientamento degli uffici amministrativi, in sede di sentenze e decisioni su questa materia.
Per il momento, possiamo dire che una tale tesi è indicata da alcuni giuristi, come possibile motivazione, non ancora suffragata a livello giurisprudenziale e decisorio amministrativo.
A proposito di Covid tra nuove ondate e Green Pass italiano, abbiamo quindi spiegato, nel presente articolo, due aspetti della poliedrica realtà che riguarda il virus. Le spiegazioni che alcuni forniscono in ordine alla ripresa dei contagi, soprattutto in alcune aree, come la Gran Bretagna, ed alcuni aspetti giuridici legati alla normativa sul Green Pass.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT“