Tra gli effetti nefasti del virus Covid 19 vi è stato anche quello di demonizzare i mezzi di trasporto pubblico, considerati dei veri e propri focolai e gabbie di untori.
Ma siamo sicuri che nel difficile rapporto tra Covid e spostamenti, i mezzi pubblici siano davvero così pericolosi?
Le nuove norme anti-contagio adottate da gran parte delle singole Regioni, prevedono una riduzione della capienza massima di ciascun mezzo del 50% e una loro maggiore frequenza. Tutto ciò serve a garantire la distanza interpersonale di almeno un metro e ad evitare il sovraffollamento negli orari di punta.
Inoltre, la sanificazione di autobus, tram, metropolitane e treni è garantita ogni giorno, così da rassicurare tutti coloro che li utilizzano.
Resta pur sempre necessario il rispetto delle regole da parte dei fruitori di questi mezzi, fondamentale perché si possa continuare a trascorrere una vita normale.
Covid e spostamenti, i mezzi pubblici sono davvero così pericolosi? I vantaggi del trasporto pubblico
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Oltre a quanto detto finora, può accadere che sfugga uno dei principali motivi per cui dovremmo preferire i mezzi di trasporto pubblici a quelli privati: l’ambiente.
Usare il bus al posto dell’automobile comporta una netta riduzione di emissioni di Co2 con conseguente riduzione dell’impatto ambientale.
Per non parlare poi degli incidenti. Stare al volante richiede attenzione, concentrazione e lucidità, che spesso possono mancare a causa di stanchezza e stress quotidiani.
Il numero di incidenti stradali causati dalla disattenzione e dall’uso del cellulare alla guida è di ben quattro su dieci, quasi al pari di quelli dovuti all’abuso di alcol.
Per non parlare poi del risparmio! Per i pendolari che lavorano lontano da casa propria i treni sono una risorsa preziosa, sia in termini economici che di tempo. Si evitano traffico, infinite e snervanti code in strada, benzina sciupata e soldi buttati al vento.
E quindi che si fa?
Tornando quindi alla domanda iniziale su Covid e spostamenti, i mezzi di trasporto sono davvero così pericolosi? No se si rispettano le corrette norme igienico-sanitarie. E in più, preferire il loro utilizzo a quello delle auto può portare dei benefici all’ambiente e ad ognuno di noi.