Il 2020 ci ha insegnato che dobbiamo imparare a convivere con malattie che oggi sono molto meno frequenti di un tempo. E accettare il fatto che qualcuno non ce la faccia. Ma quando il vaccino ci sarà, è fondamentale che tutti accettino di farlo. Per assurdo, un unico portatore del virus, sarebbe in grado di re-infettare l’intero pianeta, se nessuno fosse stato vaccinato.
Senza, quali malattie tornerebbero
Indice dei contenuti
Nel 1990 dopo il crollo dell’ex Urss, sottolinea Pier Luigi Lopalco, uno dei più bravi epidemiologi al mondo, ordinario all’Università di Pisa, il calo delle vaccinazioni fu enorme. Questa conseguenza degli sconvolgimenti economici e sociali, ha portato una enorme epidemia di difterite con circa 5000 morti. La poliomielite ha dato problemi in Israele nel 2013, ci si è accorti che era di nuovo in circolazione. Le nuove generazioni infatti erano state protette con il nuovo vaccino Salk, che impedisce la malattia, ma non blocca la circolazione del virus. E’ stato necessario rivaccinare i bambini integrando col vecchio Sabin, che impedisce al virus di circolare. Infine, se non si facesse il vaccino per il morbillo, oggi il numero dei casi sarebbe di nuovo enorme, come negli Anni Trenta e Quaranta.
Covid-19, come ci proteggerà il vaccino e perché qualcuno dice che non funzionerà?
Non esistono vaccini efficaci al 100%. Inoltre non tutti i vaccini sono efficaci per un periodo di tempo lunghissimo, come quello anti epatite B o quello contro il morbillo. Per il meningococco, per esempio, dopo 5 anni la protezione cala ed è necessario fare un richiamo.
Covid-19, come ci proteggerà il vaccino
Tra i vaccini attualmente creati da varie case farmaceutiche e in sperimentazione per il Covid-19 (sono oltre 18), si sceglieranno quelli con efficacia superiore al 60%-70%. Ma ci sarà un vantaggio, rispetto alla gravità dell’epidemia del 1918, l’influenza spagnola. Allora non esistevano i metodi e farmaci per curarla, mentre oggi, per il Coronavirus, sono stati trovati e utilizzati con successo. Se il Covid-19 si diffondesse ancora in autunno, come dicono, in attesa della commercializzazione dei vaccini, il bilancio sarebbe sicuramente meno grave. Perché oggi che l’abbiamo studiato, sappiamo valutare fin dall’inizio le sue caratteristiche e la sua aggressività. Per questo è importante non abbassare le misure di protezione, come il distanziamento e le mascherine in attività lavorative a rischio. E arrivare sani all’adozione del vaccino a livello nazionale.