Costa poco la donazione dal notaio per figli e parenti ma dovrà valutare 3 cose chi non vuole rischiare tutto

donazione

La donazione è lo strumento sempre più utilizzato da tanti italiani, sembrerebbe infatti che ogni anno si concludano circa 150 mila donazioni dirette di immobili. Mentre circa 2 milioni di immobili in circolazione derivano da donazione. La ragione molto probabilmente riguarda il profilo economico in quanto la donazione fiscalmente è più vantaggiosa. In particolare aliquote e franchigie sono calcolate sulla base del rapporto di parentela tra beneficiario e donante.

Pertanto sarà del 4% per il coniuge e i parenti in linea retta da calcolare sul valore eccedente 1 milione di euro per ciascun beneficiario. Mentre sarà del 6% per fratelli e sorelle da calcolare sul valore eccedente i 100 mila euro per ciascun beneficiario. Nonché per gli altri parenti fino al quarto grado, affini in linea retta, collaterale fino al terzo grado, ma senza l’applicazione della franchigia. Infine per le altre persone sarà dell’8% senza franchigia. Inoltre i titolari di Legge 104 pagheranno l’imposta all’Agenzia delle Entrate soltanto sulla parte che eccede l’importo di 1.500.000 euro.

L’azione di riduzione è molto frequente

Tuttavia anche se la donazione si presenta più vantaggiosa, essa può presentare un po’ di rischi, anche dopo la morte del donante. Infatti c’è poco da fare per gli eredi che hanno ricevuto la casa in donazione se non passano 10 anni. Ciò in quanto gli altri eredi potranno agire verso il donatario entro 10 anni dall’apertura della successione, ovvero dalla morte del donante. In altre parole entro questo termine gli eredi possono obbligare il donatario a conferire nel patrimonio ereditario quanto ricevuto, mediante l’azione di riduzione.

Pertanto anche se costa poco la donazione dal notaio sono da considerare diverse problematiche. La prima fra tutte è la predetta azione di riduzione da cui potrebbe conseguire la restituzione dell’immobile. Questa azione si prescrive in 10 anni che decorrono dall’apertura della successione del donante. Essa è riconosciuta come di accertamento costitutivo. Ovvero, il giudice potrà dichiarare l’inefficacia totale o parziale delle disposizioni donative, reintegrando il legittimario nei suoi diritti. Chi riceve una casa in donazione si ritrova vincolato per diversi anni, trovando serie difficoltà nel disporre dell’immobile ricevuto.

Costa poco la donazione dal notaio per figli e parenti ma dovrà valutare 3 cose chi non vuole rischiare tutto

Anche la Cassazione in diverse pronunce si è soffermata sul rischio che si corre nell’acquistare un bene ricevuto in donazione. In particolare con la sentenza n.965/2019 ha affermato la sussistenza in capo al mediatore d’informare il promissario acquirente in ordine alla provenienza del bene. Ciò in quanto la provenienza da donazione dell’immobile è strettamente collegata alla valutazione e alla sicurezza dell’affare. Inoltre è una circostanza che può influire in maniera determinante sulla conclusione dell’affare. L’acquisto di un immobile donato mette pertanto i futuri acquirenti in una condizione d’instabilità in quanto esposti all’azione di riduzione e ai suoi effetti restitutori.

Pertanto il mediatore è tenuto ai sensi dell’art. 1759 c.c. a riferire alle parti la circostanza relativa alla provenienza dell’immobile. Ciò in quanto tale situazione riguarda la valutazione e la sicurezza dell’affare. Infine oltre alla categoria dei legittimari, possono rendere inefficace la donazione anche i creditori del donante e dei legittimari. In tale ottica pertanto è opportuno valutare attentamente se valga davvero la pena ricorrere a tale figura pur di risparmiare. Talvolta infatti dietro ad un risparmio potrebbe esserci un pessimo guadagno.

Approfondimento

Zero tasse e controlli dall’Agenzia delle Entrate per donazione e successioni ai parenti con la Legge 104 anche per questi atti 

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