Tasse, tributi, imposte e adempimenti. E poi, cartelle, versamenti, balzelli. La vita dei contribuenti italiani è contornata da scadenze più o meno impellenti. In alcuni casi però il Fisco italiano è magnanimo. Agenzia delle Entrate per esempio, sulle cartelle esattoriali ha un periodo di tolleranza. In pratica, il contribuente può andare oltre la scadenza, senza particolari conseguenze. Purché poi paghi però. Perché è evidente che un debito fiscale, tributario o una cartella, sono imposizioni di Legge.
Cos’è la tolleranza che Agenzia del Entrate prevede per le cartelle esattoriali
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Cosa accade se un contribuente non paga una cartella esattoriale? Una risposta facile questa perché tutti sanno i rischi che si corrono a non pagare cartelle o balzelli vari. Interessi, sanzioni e poi fermo amministrativo dell’auto, pignoramento e confische sono le conseguenze del mancato pagamento di una cartella esattoriale. Mancato pagamento però e non ritardato pagamento. Perché in questi casi si può incorrere in maggiorazioni sul dovuto per via di sanzioni e interessi. Ma le le procedure di esecuzione forzata non vengono attivate immediatamente da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Quando Agenzia delle Entrate concede una tolleranza 5+5
Anche una cartella esattoriale ha una sua scadenza prefissata, superata la quale il contribuente interessato rischia di dover pagare di più. Anche in questo caso però interessi e sanzioni non scattano immediatamente dopo la scadenza della cartella. Infatti esiste un periodo di tolleranza pari a 5 giorni, che con la manovra finanziaria di fine 2018, ha aggiunto ulteriori 5 giorni. Fu il collegato alla manovra finanziaria 2018 infatti a prevedere un ulteriore tolleranza di 5 giorni oltre a quelli canonici. Questo vale anche per le rate delle cartelle concesse da parte dell’Agenzia delle Entrate o quelle previste da Pace fiscale, rottamazione delle cartelle e saldo e stralcio.
Più tempo per pagare le cartelle esattoriali e restare in regola
Chi si chiede cos’è la tolleranza che Agenzia del Entrate mette a disposizione di chi dimentica o non può pagare una cartella per tempo, è proprio questo. Un dare più tempo per pagare senza subire immediatamente le conseguenze. Di fatto quindi sono dieci i giorni di tolleranza che un contribuente può sfruttare rimandando il pagamento di una rata concessa dal concessionario alla riscossione. Di fatto un periodo di maxi tolleranza che però riguarda esclusivamente le rate delle sanatorie e non quelle delle rate ordinarie. Per queste ultime infatti la tolleranza resta quella dei cinque giorni prevista dalla normativa generale sulla riscossione.
Stop alla decadenza delle rate precedentemente concesse
Con il decreto fiscale nel 2018 fu introdotto questo periodo di tolleranza ulteriore oltre a quello stabilito dalla normativa generale della riscossione. La novità ha interessato misure quali la rottamazione delle cartelle, con 10 giorni di tolleranza che salvaguardano dalla decadenza dei benefici della rateizzazione, quanto ritardano il pagamento. Proprio per agevolare i contribuenti in difficoltà con i pagamenti e per evitare che a seguito di una rata non versata si potesse decadere dai benefici della Pace fiscale precedentemente ottenuta, una tolleranza più lunga sarà sicuramente servita.