I rapporti tra contribuenti e Fisco a volte sono distesi e a volte no. Nel primo caso si pensi alla dichiarazione precompilata, in cui l’Agenzia delle Entrate (AdE) chiede l’ok al cittadino in merito ai dati inseriti. Non altrettanto può dirsi ad esempio in merito alla cartella esattoriale, da sempre uno spauracchio nell’immaginario collettivo.
A dire il vero non si tratta di una semplice suggestione o giù di lì. Lo stampato, infatti, intima al contribuente di pagare una certa cifra entro una data scadenza. Vediamo di capire allora cos’è la cartella di pagamento dell’Agenzia delle Entrate e quando è recapitata.
Che cos’è la cartella di pagamento dell’Ente della Riscossone
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In sostanza si tratta dell’atto formale con cui un cittadino-contribuente viene invitato a saldare un suo debito verso un Ente pubblico creditore. Cioè con esso si notifica al mittente la sua iscrizione a ruolo, uno speciale registro sul quale vengono annotate le somme ancora da pagare. Può trattarsi di un debito vantato da INPS o AdE o da un Ente locale come il Comune o la Regione.
Dunque, l’attività di controllo dell’Ente creditore permette di scovare i crediti scaduti e ancora non riscossi. Questi poi li trasmettono all’Agenzia della Riscossione (AdE-R) che a sua volta agisce coattivamente verso i debitori per il recupero crediti. È in questa seconda fase che il cittadino riceve la cartella esattoriale, o cartella di pagamento secondo la definizione di Legge.
Quali sono i contenuti della cartella esattoriale
La cartella contiene tutte le informazioni che riguardano natura, importo totale e sottovoci, più gli aspetti tecnici del debito da saldare.
Tra questi, quelli più importanti riguardano anzitutto la modalità di pagamento, ossia se a rate o in un’unica soluzione. Poi abbiamo i nuovi termini di adempimento, fissati di norma in 60 giorni dalla notifica tranne nei casi che a breve diremo.
Inoltre indica come richiedere il riesame, la sospensione o l’annullamento del debito vantato all’Ente impositore o al giudice, tramite ricorso. Infatti eventuali errori contenuti nel ruolo sono da attribuire a chi ha proceduto all’iscrizione, non al concessionario della riscossione. L’operato di quest’ultimo si circoscrive all’invio della cartella e al susseguente recupero del dovuto.
Cos’è la cartella di pagamento dell’Agenzia delle Entrate e quando arriva
Come detto, di norma i termini di pagamento della cartella AdE-R sono fissati in 60 giorni dalla notifica. Tuttavia, la Legge di Bilancio 2022 ha triplicato i termini di pagamento per le cartelle notificate tra il 1° gennaio e il 31 marzo di quest’anno. Per esse, quindi, il termine di adempimento è a 180 giorni.
Una estensione dei termini che, a dire il vero, era stata già prevista per i prospetti notificati nel periodo settembre-dicembre 2021. In definitiva, per gli atti notificati in queste due finestre temporali il termine di pagamento è di 180 giorni dalla notifica.
Che succede in caso di mancato pagamento della cartella esattoriale
Per le ragioni più diverse può succedere che anche la cartella esattoriale resti evasa, ossia che il debitore non onori il suo debito.
A questo punto AdE-R può adire procedure cautelari o conservative o l’esecuzione forzata tesa al recupero delle somme dovute. Si spazia quindi dal fermo amministrativo dei beni mobili registrati fino al pignoramento dei soldi sul conto. Tutto dipende da quanto prescrive la Legge per la fattispecie di turno.
Inoltre, il mancato pagamento dell’atto nei termini dei 60 o 180 giorni aggrava il conto finale. Infatti si calcolano gli interessi di mora sugli importi iscritti a ruolo (a far data dalla notifica dell’atto) e le eventuali altre spese.
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