Cosa succederà ai titoli di Stato italiani aspettando il nuovo Governo

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Negli ultimi mesi in Italia i rendimenti medi dei titoli di Stato sono cresciuti sensibilmente. Il che ha portato, sul mercato secondario, a un netto calo dei prezzi, specie per i BTP a lungo termine. Al punto che di recente si sono toccati tassi di interesse anche al 4%.

L’ascesa dei rendimenti, in particolare, non si è generata a causa di effetti speculativi. Ovverosia, non c’è stato un vero e proprio attacco ai titoli di Stato italiani anche perché la BCE ha adottato, sebbene in ritardo rispetto alle attese della comunità finanziaria, le dovute contromisure a favore dei Paesi dell’UE con un elevato debito pubblico come il nostro.

Cosa succederà ai titoli di Stato italiani aspettando il nuovo Governo

In altre parole, l’ascesa dei rendimenti dei titoli di Stato è frutto semplicemente di dinamiche di mercato che sono legate proprio al cambiamento della politica monetaria da parte delle banche centrali. A partire dalla Federal Reserve, che ha deciso di aumentare sensibilmente a più riprese il costo del denaro. Dopodiché, si è accodata pure la BCE al fine di arginare le spinte inflazionistiche nel Vecchio Continente.

Ed allora, cosa succederà ai titoli di Stato italiani nelle prossime settimane? La domanda è d’obbligo in quanto al momento in Italia il Governo è in carica giusto per il disbrigo degli affari correnti. Pur tuttavia, i rischi sui titoli di Stato italiani restano quelli di mercato in quanto non ci sono all’orizzonte altri potenziali fattori di rischio. Vediamo allora perché nel dettaglio.

Aspettando le elezioni politiche di settembre

Aspettando le elezioni politiche di settembre, e la formazione del nuovo Governo, un attacco ai titoli di Stato italiani è improbabile. Sia in ragione del cosiddetto scudo anti spread della BCE, sia perché nel nostro Paese, prima dell’arrivo del nuovo Governo, come da prassi non c’è e non ci sarà alcun vuoto istituzionale. Il che significa che, prima dell’insediamento del nuovo Esecutivo, il Ministero dell’Economia e delle Finanze avrà pieni poteri per programmare le aste di titoli di Stato. E quindi per rifinanziare come previsto il debito pubblico.

Invece, sarà proprio dopo le elezioni politiche di settembre che gli investitori, a partire da quelli istituzionali, faranno delle valutazioni sui titoli di Stato del nostro Paese. Anche in ragione di quali saranno, da parte del nuovo Esecutivo, tra centrodestra e centrosinistra, le politiche economiche e fiscali che poi si intenderanno adottare nel breve termine e in tutto l’arco della legislatura.

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