Da qualche tempo pare tornare un rilevante refrain sull’indice S&P 500: il bottom del 3 ottobre, di cui avevamo sottolineato la rilevanza in un precedente articolo.
Dapprima l’indice, trovando supporto su tale minimo e sulla trend line di un canale rialzista iniziato ad ottobre 2022, aveva dato segnali di possibile ripresa rialzista. Ma per fare poi ritorno sui proprio passi, ed andare a testare nuovamente il minimo del 3 ottobre. Cosa succede se si rompe il minimo?
Si apre quindi una fase decisiva, al fine di definire il futuro dell’indice a stelle e strisce.
Peraltro, come vedremo, una conferma ribassista troverebbe una significativa correlazione con alcuni aspetti macroeconomici.
Tecniche convergenti
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Il metodo delle tecniche convergenti, da parte nostra abitualmente usato nelle nostre analisi, consiste nel considerare la presenza di convergenze da parte di diverse tecniche. In tal caso si rafforza la probabilità statistica dei segnali e delle proiezioni effettuate.
In questo caso, ci domandiamo: cosa succederebbe se venisse rotto il bottom del 3 ottobre?
Vista la sua rilevanza, riteniamo che tale rottura andrebbe confermata da più chiusure daily, meglio se da almeno una chiusura settimanale.
Pertanto la settimana in corso potrebbe essere dirimente, per definire il futuro andamento dei corsi.
Magic box e quadrato di Gann
Una prima convergenza viene evidenziata dal metodo proprietario Magic box e da un quadrato di range di Gann, che va dal minimo del 3 marzo al massimo del 27 luglio. In caso di rottura di questo bottom nelle prossime sedute, Magic box proietta un primo target ribassista in area 4064, con primo setup temporale per metà dicembre, ed un secondo setup temporale attorno al 25 gennaio.
Questo secondo setup temporale risulta particolarmente rilevante, in quanto su di esso convergono diverse tecniche.
A partire da un quadrato di range, come abbiamo sopra indicato.
Tale pattern, proiettato sulla futura evoluzione dei prezzi, proietta un setup proprio per il 25 gennaio. Non solo. Applicando alcuni ventagli all’interno del quadrato di range, si nota che diverse rette si intersecano il 25 gennaio all’altezza del target di 4.064.
Cicli temporali
Attorno al 3 ottobre scorso scadeva anche un ciclo di medio termine, ed il metodo ciclico serve appunto, tra l’altro, a definire anche quali bottom possano essere più rilevanti di altri. In caso di rottura di tale minimo l’intero ciclo verrebbe proiettato al ribasso e il successivo bottom scade, ancora una volta, il 25 gennaio.
Scenario macro
Un altro aspetto, particolarmente interessante, a parere di chi scrive, è la correlazione con la curva dei rendimenti USA. Questa ha iniziato ad invertire al ribasso a luglio 2022 e, come noto, può anticipare periodi recessivi.
Vista la cosa in termini macro, si confermerebbe una dinamica recessiva anticipata dalla curva dei rendimenti, che solitamente anticipa dai 12 ai 24 mesi.
I mercati azionari solitamente anticipano il ciclo economico dai 12 ai 18 mesi prima.
Pertanto la curva dei rendimenti potrebbe indicare un periodo recessivo per l’estate del 2024, visto che ad agosto sarebbero 24 mesi dall’inversione, periodo di massimo anticipo. E sarebbero 12 mesi dal ribasso iniziato ad agosto 2023.
Tutto quadrerebbe, quindi, anche in termini di anticipazione macroeconomica.
Cosa succede se si rompe il minimo del 3 ottobre sullo S&P 500? Le proiezioni di tecniche convergenti. Conclusioni
Risulta ancora prematuro trarre delle indicazioni da una rottura del bottom del 3 ottobre, ancora non confermata. Ed anche la dinamica intraday pare evidenziare la rilevanza di questo minimo, formatosi a 4.216,45. Nella seduta di ieri è già stato rotto al ribasso, per poi chiudere, tuttavia, millimetricamente in prossimità del minimo del 3 ottobre, a 4.217,04.
Non resta, quindi, che attendere una eventuale conferma di una definitiva rottura ribassista, trovandosi l’indice su un punto nodale, al bivio tra confermata rottura ribassista e ripresa delle quotazioni.