Cosa succede se, dinanzi all’urgenza di una somma di danaro importante, prelevo più di 3000 euro? Posso prelevare tanti contanti in un’unica operazione o mi conviene frazionare l’importo ed effettuare più prelievi? Quanto contante posso prelevare in un mese? L’istituto di credito potrebbe chiedermi ragioni o non sono tenuto a fornire giustificazioni riguardo ai movimenti bancari? A partire da quale importo potrebbero scattare accertamenti fiscali?
Se il correntista si pone interrogativi di tale natura evidentemente ha subodorato il rischio di attivare le verifiche dell’Agenzia delle Entrate. Di fatto quando mi chiedo cosa succede se prelevo più di 3000 euro ho già un’idea per quanto vaga di entrare in un campo minato. E sostanzialmente non si è distanti dal vero, ma solo nella misura in cui non si è nelle condizioni di fornire una giustificazione ai prelievi che si effettuano.
Il Decreto legislativo 90/2017
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I correntisti sono esposti ad accertamenti e verifiche da parte dell’Autorità fiscale perché il Governo intende contenere il perpetrarsi di azioni illegali. I due fenomeni contro cui si lotta sono rappresentati dall’evasione fiscale e dal riciclaggio di denaro che proviene dalle operazioni della criminalità organizzata.
Il Decreto legislativo 90/2017 disciplina il trasferimento di denaro in contante in vista della prevenzione di transazioni “per fini di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo”. Ne consegue che alla Banca d’Italia giunge puntuale segnalazione di eventuali operazioni di versamento o prelievo di contanti oltre una certa soglia.
Cosa succede se prelevo più di 3000 euro?
Giungono cattive notizie dall’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) per i correntisti che prelevano contanti oltre il limite massimo di 3000. Ciò perché nella somma di 3000 euro è individuata la soglia oltre la quale scatta in automatico la segnalazione alla Banca d’Italia. Tale soglia si abbasserà a 2000 euro a partire dal 1° luglio 2020 secondo quanto ha statuito il Decreto fiscale 193/2016.
Ne consegue che, almeno fino al 1° luglio prossimo, la Banca d’Italia riceverà puntuali segnalazioni di prelievi di contanti per importi superiori ai 3000 euro. A ciò potranno far seguito controlli e accertamenti del Fisco per cui il correntista dovrà fornire informazioni sulla destinazione d’uso della moneta liquida prelevata.