Chi omette di dichiarare tutto il patrimonio di cui dispone nell’Isee rischia di incorrere in sanzioni penali o se succede si potrà porre rimedio? Il contribuente che falsifica la dichiarazione dei redditi solitamente persegue l’obiettivo di ridurre il carico fiscale che esercita un peso notevole sul bilancio familiare.
A ciò si aggiungano i vantaggi che derivano dal presentare una situazione reddituale assai modesta. Sappiamo che quando l’Isee si attesta al di sotto di una certa soglia aumentano in misura esponenziale le possibilità di ricevere agevolazioni economiche. Il Governo interviene a sostegno dei redditi più bassi tramite l’erogazione di sussidi, ammortizzatori sociali, bonus e assegni assistenziali.
Ciò motiva l’interesse dei contribuenti a non far confluire nella denuncia della condizione reddituale l’intero ammontare dei beni di cui si è titolari. D’altro canto si conferma prudente chiedersi cosa succede se non si dichiara tutto all’Isee. I vantaggi che il contribuente ricaverebbe da dichiarazioni mendaci sarebbero equiparabili al rischio di controlli fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate?
Cosa succede se non si dichiara tutto nell’Isee?
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Nel presentare il modulo Isee il contribuente deve aver cura di segnalare il possesso di beni, strumenti finanziari, libretti e giacenza media sul conto corrente. Tramite l’anagrafe tributaria, gli accertamenti fiscali riescono a rilevare “omissioni/difformità” nella dichiarazione dei redditi che il contribuente è tenuto ad inviare all’Inps.
È sufficiente la mancata dichiarazione di un solo rapporto finanziario perché l’Agenzia delle Entrate invii al contribuente una comunicazione. Nell’annotazione del Fisco figureranno i rapporti finanziari che il contribuente avrà omesso di dichiarare e che espongono al rischio di sanzioni. Ciò perché omettere di dichiarare il possesso di un bene equivale a presentare una dichiarazione mendace.
All’omissione di un rapporto finanziario di cui è responsabile il contribuente si può porre rimedio, purché si agisca con tempestività. Viene difatti concesso un lasso di tempo di 10 giorni per apportare modifiche alla dichiarazione falsa. Il contribuente ha così modo di presentare un’integrazione alla prima dichiarazione dei redditi e di riparare all’omissione di alcuni dati.
Chi non dovesse presentare l’Isee integrativo sarà tenuto a versare le sanzioni pecuniarie di cui all’art. 10 del Decreto legislativo 68/2012. Si legge difatti che “chiunque presenti dichiarazioni non veritiere, proprie o dei membri del nucleo familiare, al fine di fruire dei relativi interventi, è soggetto ad una sanzione amministrativa consistente nel pagamento di una somma di importo triplo rispetto a quella percepita”.