Vivere in un contesto dinamico di continui scambi commerciali significa essere padroni del funzionamento dei pagamenti con carta di credito. Spesso, però, si trascura il semplice funzionamento che sta alla base del rapporto fiduciario. Cosa succede se non si copre l’addebito della carta di credito? ProiezionidiBorsa cercherà di mettere in evidenza quali siano le reali conseguenze.
La concessione di una carta di credito, presuppone un rapporto con una istituzione finanziaria. Il rapporto, inteso quale conto corrente, permetterà alla banca, o alla finanziaria, di valutare il cosiddetto merito creditizio. Coloro che chiedono il rilascio di una carta di credito dovranno rispettare alcuni requisiti:
a) di reddito: percepire un reddito, unito a quello del nucleo famigliare, che “giustifica” il rilascio. Il limite di spesa, detto “plafond” sarà commisurato all’importo dei flussi accreditati;
b) soggettivi: non essere protestati o segnalati nelle banche dati quali cattivi pagatori.
Perché le banche dettano limiti così stringenti per una semplice carta?
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Il rilascio presuppone sempre, come accennato, un affidamento basato sul merito creditizio. La banca o la finanziaria, misurano alcuni parametri e decidono quanto sia ampio il plafond mensile.
Dopo l’iter di presentazione e analisi dei documenti di reddito, appena embossata la tesserina, verrà consegnata la carta di credito. Da quel momento sarà possibile utilizzarla per la spesa sia nel canale fisico che quello digitale. Qual è il funzionamento?
È possibile effettuare una spesa fino all’utilizzo massimo concesso durante tutto il mese. Ma l’importo speso verrà addebitato sul conto corrente solo il mese dopo. In genere tra il 10 e il 15 del mese successivo. Pertanto, sembra chiaro, che la banca o la finanziaria anticipano l’importo mensile concesso.
Tale considerazione trova ancor più forza se il giorno dell’addebito della carta di credito l’importo stesso non trova capienza nel saldo del conto corrente. Cosa succede se non si copre l’addebito della carta?
Le conseguenze non sono banali
La carta di credito, si dice, è a copertura garantita. Ciò vuol dire che la banca pagherà sempre e comunque quanto speso. Tale assunto è fondamentale per capire che la banca dovrà rivedere le precedenti valutazioni di merito nel caso di incapienza dell’addebito della spesa.
Conseguentemente, l’istituzione emittente la carta, procederà a bloccarla. Ciò comporterà che la stessa non sarà funzionante. E al di là, dell’ovvio disagio al momento del pagamento, si rischia la sospensione degli abbonamenti addebitati sulla carta. In genere, in caso di ritardo nel versamento, le banche sono concilianti soprattutto se l’accaduto è una tantum. In questo caso, non si rischia neanche la sospensione.
La revoca carte con segnalazione in CAI
Ma quando il ritardo è consistente, oltre al blocco, si rischia la cosiddetta revoca carte con iscrizione in CAI. La revoca della carta comporta l’obbligo della restituzione immediata.
L’iscrizione nella Centrale di Allarme Interbancaria ha solo fine pubblicistico e dura due anni. Non produce alcun effetto obbligatorio per le istituzioni finanziarie, nel senso che sarà discrezionale rilasciare una carta con tale segnalazione.
Nella realtà, però, a meno di casi rarissimi, le banche rilevano l’accaduto quale fatto in grado di mettere in discussione la solvibilità del cliente. Occhio ad essere puntuali, quindi!
Ecco cosa succede se non si copre l’addebito della carta di credito. E antenne puntate sulle novità che riguardano i pagamenti rateali con carte di debito. Si può pagare a rate con il bancomat? non tutti lo sanno.