Per l’accesso alla previdenza pubblica in Italia si pagano dei premi assicurativi. Questi servono non solo per puntare alla pensione, alla fine del ciclo lavorativo, ma anche per poter accedere a prestazioni assistenziali che spaziano dalla malattia alla disoccupazione, passando per la maternità e la paternità.
Questi premi assicurativi non sono altro che i contributi previdenziali il cui versamento è a favore dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (INPS). Per chi rientra nel perimetro della previdenza pubblica, inoltre, i contributi previdenziali INPS non si versano per libera scelta da parte del lavoratore e dell’impresa, ma rappresentano in tutto e per tutto un obbligo che è sancito dalla Legge.
Cosa sono i contributi INPS e chi li deve pagare per la pensione
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Inoltre, i contributi previdenziali INPS obbligatori confluiscono in apposite gestioni previdenziali pubbliche in base alla categoria nella quale rientra in lavoratore ed anche in ragione di quello che è il settore economico di appartenenza.
Su cosa sono i contributi INPS, infatti, c’è da dire che ci sono quelli che il lavoratore autonomo a Partita IVA, e senza cassa privata, versa nella Gestione Separata. Così come c’è, per esempio, un’apposita gestione previdenziale pubblica per gli artigiani e per i commercianti.
Quanti contributi previdenziali servono per andare in pensione
Durante il ciclo lavorativo, i contributi previdenziali INPS versati si accumulano fino a maturare i requisiti per andare in pensione. Con la prestazione previdenziale riconosciuta che spesso è collegata pure all’età. Quella in corrispondenza della quale il lavoratore si ritira.
Per esempio, attualmente la pensione INPS di vecchiaia è accessibile con 67 anni di età. Ma a patto che, durante la vita lavorativa, siano stati versati i contributi INPS per almeno 20 annualità. Ci sono poi altre misure di pensionamento prima dei 67 anni. Si tratta, nello specifico, di misure di pensionamento anticipato come quelle che sono attualmente in vigore nel 2022. Che spaziano dall’APE Sociale all’Opzione Donna. Passando per la Quota 102.
In particolare, per l’Opzione Donna servono 58 o 59 anni di età. Rispettivamente, per le lavoratrici dipendenti e per le lavoratrici autonome. Rispetto ai 63 anni di età che servono per l’APE Sociale, e ai 64 anni per l’esercizio della Quota 102.
Ma ci sono pure misure di pensionamento anticipato senza alcun vincolo di età. Come la pensione anticipata ordinaria, che è accessibile con 42 anni e 10 mesi di contributi previdenziali versati per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi previdenziali versati per le donne.
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