Il workaholism, termine inglese che non a caso fa rima con alcoholism, è stato introdotto nella letteratura psicologica come l’incontrollabile bisogno di lavorare incessantemente, senza sosta, mettendo in secondo piano tutto il resto.
Questa è una vera e propria dipendenza, alla stregua dell’alcolismo e della tossicodipendenza. Il Workaholism nasce per molteplici ragioni: personali, familiari, lavorative.
Siccome le conseguenze di una tale dipendenza possono essere davvero gravi dal punto di vista psicofisico, bisogna uscire da questo tunnel e comprendere che la cosa migliore è lavorare per vivere e non vivere per lavorare.
Il Workaholism è una vera e propria ossessione compulsiva, quali sono le ragioni
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Ma cosa significa essere malati di lavoro? Chi soffre di Workaholism continua a lavorare anche se è ammalato, anche se è in ferie, anche se la famiglia ha bisogno di lei/lui. Il lavoro diventa la sua droga e la sua ossessione.
Le ragioni alla base di questa dipendenza possono essere molteplici: ad esempio, la responsabilità di deludere i propri colleghi può svolgere un ruolo importante. Ma anche la paura di perdere il lavoro odi non ottenere la promozione sperata da tempo. Ricordiamo che essere troppo indulgenti e tolleranti sul lavoro, non aiuta affatto ad avere successo. Difficilmente chi è troppo disponibile e assoggettato al lavoro, riceverà una promozione.
Infine, ma non meno importante, in molte aziende i collaboratori vengono messi sotto pressione psicologica dal capo, per ottenere i migliori risultati, facendo aumentare in maniera esagerata il loro senso di responsabilità personale.
Cosa significa essere malati di lavoro e le conseguenze devastanti che ne possono derivare
Le conseguenze di questa dipendenza possono essere devastanti non solo per i lavoratori stessi, ma anche per colleghi e i datori di lavoro. Chi ha una dipendenza del genere è più soggetto a sviluppare malattie mentali come la depressione, può influenzare i colleghi, perde in produttività e rischia maggiori incidenti sul lavoro.
Il workaholism, inoltre, fa letteralmente male alla salute. Infatti può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari e, nel peggiore dei casi, portare a una disabilità lunga termine. Questo, di conseguenza, diventa un possibile fattore di costo per l’azienda.
Ecco perché questo tipo particolare di dipendenza ha conseguenze nefaste sia per chi ne soffre, sia per l’azienda stessa.
Come si combatte
Per combattere questa dipendenza, è responsabilità del datore di lavoro diminuire la pressione sui dipendenti e sui collaboratori. Risorse umane sotto pressione non fanno un buon lavoro. Non bisogna far credere ai propri dipendenti che devono essere sempre disponibili (durante la malattia, le ferie, le festività, di giorno, di notte, di week end).
I dipendenti, dal canto loro, devono ascoltare il proprio corpo ed essere in grado di dire anche di no. Ecco 3 brevi consigli per combattere questa deleteria dipendenza.
I veri leader devono essere degli ottimi esempi per i propri collaboratori. Se loro stessi sono irreperibili durante le ferie, i festivi, le vacanze, non rispondendo a mail, messaggi e chiamate, dimostreranno anche agli altri collaboratori che è giusto prendersi del tempo per sé.
Un capo dovrebbe assumere un numero sufficiente di dipendenti in modo che non ci siano problemi durante le ferie di ognuno e nessuno si senta troppo responsabile.
I dipendenti, dal loro canto, dovrebbero imparare ad ascoltare il proprio corpo, a mettere davanti i loro bisogni e comprendere che se si sta male, bisogna dare un taglio o rallentare.
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