La paura dell’anestesia totale è comune a tutti. Ci si domanda se avverrà con o senza intubazione, quanto tempo ci vuole per lo smaltimento e come avviene.
Effettivamente lo stato di incoscienza indotto dall’anestesia potrebbe farci temere per la nostra salute.
Per superare questa paura potrebbe essere utile saperne di più in merito a cosa accade durante e dopo la somministrazione.
Potrebbe essere utile infatti arrivare all’intervento rilassati, attuando nei giorni precedenti delle tecniche di rilassamento che allontanino ansia, stress e paura di morire.
Cosa si sentirebbe durante l’anestesia totale e quando si verrebbe intubati
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L’anestesia generale è una procedura alla quale i pazienti dovrebbero sottoporsi per interventi lunghi e particolarmente invasivi. La procedura prevedrebbe che il paziente venga addormentato attraverso l’uso di farmaci iniettati o inalati. Questi farmaci agirebbero anche sulla capacità respiratoria dell’individuo. Per questo occorrerebbe l’intubazione. Attraverso l’inserimento di un tubo nella trachea e con l’ausilio di un macchinario, il paziente sarebbe in grado di respirare durante il periodo dell’anestesia.
L’intubazione non è sempre necessaria. Se dovessimo sottoporci ad interventi più brevi, verremmo probabilmente sedati con farmaci più blandi e dunque potremmo respirare autonomamente.
Durante l’addormentamento il paziente verrebbe monitorato dall’anestesista. Lo specialista controllerebbe i parametri vitali ed sarebbe pronto ad intervenire tempestivamente nel caso dovessero insorgere dei problemi. Anche il risveglio dovrebbe essere monitorato.
Chi non dovrebbe fare l’anestesia totale
Durante l’anestesia generale il paziente non sentirebbe nulla. I farmaci infatti inibirebbero la coscienza e la sensibilità al dolore. Dunque non c’è da temere in merito a cosa si sentirebbe durante l’anestesia. Inoltre al risveglio non ricorderemmo nulla.
La visita pre operatoria con l’anestesista servirebbe ad individuare eventuali problematiche che potrebbero influire negativamente sulla buona riuscita dell’intervento. Il medico si dovrebbe informare su patologie, stile di vita ed eventuali precedenti chirurgici. Inoltre acquisirebbe dati come peso, altezza ed età del paziente, per dosare adeguatamente il farmaco ipnotico. Esiste una classificazione anestesiologica che dividerebbe i pazienti in base al grado di rischio. La terza classe comprenderebbe pazienti affetti da malattie severe ma non invalidanti, che andrebbero trattati prima dell’intervento per ridurre i rischi correlati. La quarta classe comprenderebbe invece coloro che sono affetti da malattie invalidanti e che potrebbero correre seri rischi vitali. Saranno i medici a valutare caso per caso il da farsi.
Risveglio intra e post operatorio
Una grande paura potrebbe essere quella di svegliarsi durante l’intervento e sentire dolore. Si tratterebbe di una condizione molto rara che potrebbe verificarsi per una inadeguata somministrazione dei farmaci o per un alterato metabolismo dei medicinali. Fortunatamente i moderni macchinari sono in grado di monitorare in ogni istante il livello di sedazione e di dolore percepito.
Al contrario potrebbe assalirci il timore di non risvegliarci dopo l’operazione. Questa eventualità sembrerebbe non essersi mai verificata. Potrebbe al limite accadere di avere un risveglio più lento ma, terminato l’effetto dei farmaci, tutti riacquisteremmo la normale lucidità. Inoltre i farmaci attualmente utilizzati verrebbero smaltiti in poche ore.
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