Nella prassi corrente capita spesso che uno dei due coniugi sia titolare di un’impresa e che in questa, vi lavori come dipendente, l’altro coniuge.
Quest’oggi, i consulenti di ProiezionidiBorsa spiegheranno ai Lettori, cosa si rischia ad assumere la moglie o il marito.
Se, in altre parole, nel nostro ordinamento giuridico, è lecito dar luogo ad un rapporto di lavoro subordinato tra coniugi.
Inquadramento normativo
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Nessuna norma impedisce di dar vita ad un rapporto di lavoro subordinato tra coniugi. Ma attenzione ai rapporti fittizi.
Nel nostro Paese, i diritti dei lavoratori sono molto tutelati, soprattutto, quelli dei lavoratori dipendenti.
Il rapporto di lavoro subordinato inteso come scambio tra lavoro e retribuzione, in linea di principio, è caratterizzato dall’onerosità dello scambio.
Infatti, il lavoro subordinato a titolo gratuito ricorre solo in determinati casi specifici, la regola, dunque, è che sia sempre retribuito.
La retribuzione, tuttavia, non è liberamente determinata dalle parti. Deve, infatti, essere proporzionata alla quantità e qualità del lavoro prestato nonché rapportata al tipo di contratto e all’inquadramento applicato.
Un discorso a parte va fatto quando il rapporto di lavoro subordinato coinvolge uno dei due coniugi.
Secondo l’orientamento di parte della giurisprudenza (si legga al riguardo la Cassazione) tra i coniugi vige una presunzione di gratuità della prestazione lavorativa.
Motivo per il quale, gli Ispettori dell’INPS sono particolarmente attenti alle imprese familiari.
A volte, il rapporto di lavoro subordinato tra coniugi è fittizio e l’intento è puramente fraudolento. In questi casi, gli ispettori dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale potrebbero annullare il rapporto di lavoro fittizio.
Cosa si rischia ad assumere la moglie o il marito?
Nel concreto l’INPS, intravedendo dietro questo rapporto il solo fine di accumulare vantaggi da parte dei coniugi, potrebbe disconoscerlo con gravi conseguenze anche sul piano giuridico.
I costi sostenuti per il pagamento dei contributi al coniuge sono considerati indeducibili ai fini delle imposte con conseguente rideterminazione delle stesse aumentate delle sanzioni e degli interessi.
I contributi versati sono annullabili e potranno essere restituiti, con il limite prescrizionale di dieci anni, solo se non vi sia stato dolo.
Soluzioni suggerite
Le possibili soluzioni da adottare variano a secondo dei casi e vanno valutate singolarmente.
Si passa dall’adottare la forma d’impresa familiare a quella dell’acquisizione di quote della società e l’adozione di una contribuzione volontaria.
Nel caso si voglia effettivamente assumere un coniuge il nostro consiglio, è quello di precostituirsi tutte le prove atte a dimostrare l’effettività del rapporto di dipendenza tra cui:
- La subordinazione al potere direttivo e disciplinare del datore di lavoro;
- L’osservanza di un orario predeterminato e continuità della prestazione;
- La retribuzione fissa parametrata al contratto;
- Nessuna previsione di rischio economico in capo al dipendente.
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