Cosa succede se, in base agli ultimi esami, si ha la vitamina D bassa? Se lo chiedono in molti tra coloro i quali scoprono di avere dei valori al di sotto della soglia.
La prima cosa da fare è non allarmarsi e seguire quelli che sono i consigli che si avranno dal proprio medico. Si riceveranno verosimilmente delle linee guida da seguire. Indicazioni che aiuteranno, ad esempio, a capire cosa fare per aumentare la vitamina D.
Ma quali sintomi sarebbero segnali di una carenza? Cosa si dovrebbe mangiare per ovviare alla cosa?
Queste non sono domande del tutto corrette e il perché lo si desume da quelle che sono le risposte della scienza.
Cosa si dovrebbe fare con la vitamina D bassa? Le indicazioni generali
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Avere la vitamina D bassa è una condizione che si scopre principalmente attraverso le analisi del sangue. Nel senso che non ci sarebbe normalmente una sintomatologia che farebbe presupporre la possibilità di una carenza.
Nella maggior parte dei soggetti si tratterebbe di una condizione asintomatica. Tuttavia, alcuni soggetti, con un deficit di vitamina D, potrebbero avvertire una minore forza a livello dei muscoli e anche dolori diffusi.
Qualora, però, la carenza fosse particolarmente grave si potrebbero avere anche conseguenze importanti. Il rachitismo nei bambini o l’osteomalacia nei soggetti più grandi.
Quali sarebbero i valori normali di vitamina D e perché è importante
Può, dunque, accadere che dopo un test ad hoc si scopra di avere valori di vitamina D al di sotto della soglia. Secondo quanto specifica l’Aifa i valori desiderabili sarebbero compresi tra 20 e 40 ng/mL.
Per capire cosa comporta avere la vitamina D bassa è bene precisare perché è importante. Tra le funzioni che si riconoscono c’è quella di favorire il metabolismo di calcio e fosforo. Questo fa sì che faccia bene alla salute delle ossa.
Come si potrebbe fare per farla aumentare
Molti si chiedono come far aumentare la vitamina D. Non la si deve equiparare ad altre vitamine, tant’è che è definita pro-ormone. Questo perché non è assimilabile unicamente con l’alimentazione, ma anzi è prevalentemente sintetizzata dall’organismo.
L’induzione dei processi che portano alla sua formazione avviene soprattutto per effetto dei raggi solari. Anche perché andando a cercare alimenti ricchi di vitamina D, non se ne troverebbero poi molti. E stili di vita poco virtuosi, ad esempio con eccesso di alcol, potrebbero favorire il calo dei livelli di vitamina D.
In alcuni periodi dell’anno chi ha carenza potrebbe affrontare la criticità semplicemente con una periodica esposizione al sole. Nei tempi e nei modi che devono essere indicati da uno specialista.
In alcuni casi potrebbe essere lo stesso professionista a prescrivere al paziente un’integrazione attraverso dei farmaci. Il tutto deve avvenire nelle quantità opportune per ciascun soggetto e se non ci sono controindicazioni. Proprio per questo (e dunque per evitare rischi) è necessario farsi seguire da un medico.
Quando, perciò, ci si chiede cosa si dovrebbe fare con la vitamina D bassa, rivolgersi a un professionista è sempre la migliore soluzione. Anche per chi, ad esempio, è alla ricerca di rimedi per abbassare la pressione in modo naturale.
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