Cosa rischia il pensionato che lavora in nero? In questo articolo andremo ad approfondire un tema molto attuale. I pensionati purtroppo, spesso non riescono ad arrivare a fine mese e sono costretti a ricominciare a lavorare. Ma, è possibile cumulare lavoro e pensione? E soprattutto, cosa rischia il pensionato che lavora in nero? Prima di iniziare, consigliamo di leggere la nostra breve guida sulla possibilità di lavorare come dipendente anche se siamo in pensione.
I motivi che spingono molti pensionati a ricominciare a lavorare sono molti. Gli assegni previdenziali spesso sono piuttosto ridotti e, con l’età le spese aumentano. In altri casi, il pensionato vuole essere ancora attivo o integrare la pensione per aiutare figli o nipoti. Nella maggior parte dei casi, è possibile cumulare la pensione con un reddito da lavoro e quindi il pensionato può regolarmente svolgere un’attività lavorativa. I rischi nascono quando si lavora in nero.
Cosa rischia il pensionato che lavora in nero?
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Con “ lavoro in nero” intendiamo un’attività lavorativa priva di un regolare contratto. Di conseguenza il datore di lavoro ometterà il pagamento dei contributi, delle imposte sul reddito e del TFR, mentre il lavoratore sarà privo di ogni tutela prevista dalla legge. Nel caso dei pensionati, che già godono delle tutele previste dalla pensione, la legge punisce con pesanti sanzioni l’occultamento dei redditi o dei compensi percepiti. I lavoratori dipendenti sono facilmente individuabili ad un controllo. E sarà anche facile ricostruire l’attività svolta e i mancati versamenti.
Così l’intero importo dello stipendio in nero verrà comunicato all’Agenzia delle Entrate, che ricalcolerà l’Irpef dovuta secondo il normale meccanismo di scaglioni e aliquote applicabili. Il pensionato dovrà quindi versare le imposte e i contributi a suo carico omessi. Questi saranno anche maggiorati di una sanzione e sottoposti ad un’aliquota fiscale più elevata. Il reddito da lavoro, infatti, si sommerà al reddito da pensione, e sul cumulo complessivo la tassazione salirà notevolmente, per la progressività delle aliquote.
Il lavoratore autonomo, quanto rischia?
Il lavoratore autonomo rischia ancor più del dipendente. E’ infatti sia datore di lavoro che lavoratore e quindi sarà sanzionato sia per l’evasione fiscale sui guadagni, sia per le irregolarità nello svolgimento della nuova attività. La mancata apertura della partita IVA ,le mancate comunicazioni obbligatorie di inizio attività, l’ omesso versamento IVA sono aspetti che avranno rilevanza. Il pensionato che esercita un’attività autonoma in nero è quindi un evasore totale e rischierà le sanzioni più pesanti previste dalla Legge. Ricordiamo che il datore di lavoro sarà sanzionato con la maxi-multa prevista dal Jobs-Act: 36mila Euro per ogni lavoratore in nero impiegato. Concludendo, la nostra redazione Lavoro e Diritti vi ricorda quanto lavorare in nero sia molto rischioso, oltre che illegale. E’ quindi importante dichiarare ogni attività svolta al fisco per evitare contestazioni e sanzioni.