Cosa potrebbe accadere ai mercati azionari americani dopo il taglio dei tassi della FED?

Cosa potrebbe accadere ai mercati azionari americani dopo il taglio dei tassi della FED

Alcune settimane hanno un impatto maggiore nel definire la narrativa del mercato, e la scorsa settimana è stata una di queste. La FED ha soddisfatto le aspettative dei mercati, che da due anni attendevano con ansia una simile decisione. I tassi d’interesse sono stati ridotti dello 0,5%, un taglio più consistente rispetto al normale, segnando un punto di svolta cruciale nel ciclo della politica monetaria. In risposta, i mercati azionari hanno raggiunto nuovi massimi storici, con l’S&P 500 che ha esteso i suoi guadagni annuali vicini al 20%, accolto favorevolmente dagli investitori.

Cosa potrebbe accadere ai mercati azionari americani dopo il taglio dei tassi della FED i

La FED ha ridotto il tasso d’interesse per la prima volta in quattro anni, con un taglio significativo dello 0,5%. Questo segna un punto di svolta critico nel ciclo della politica monetaria e riflette l’impegno della FED a non rimanere indietro rispetto alle condizioni economiche. Questo approccio proattivo della FED aumenta la probabilità di un “atterraggio morbido” dell’economia, poiché la serie prevista di tagli ai tassi ridurrà i costi di finanziamento per consumatori e imprese, favorendo una ripresa della crescita nel 2025.

Storicamente, l’avvio di un ciclo di taglio dei tassi senza una recessione ha portato a rendimenti azionari positivi. Tuttavia, data l’attuale elevata valutazione dei mercati rispetto al passato, ci si aspetta che i guadagni futuri siano più moderati rispetto ai precedenti cicli di atterraggio morbido. Le azioni cicliche, di media capitalizzazione e quelle che pagano dividendi elevati potrebbero cominciare a recuperare terreno rispetto ai giganti tecnologici. Anche le obbligazioni trarranno vantaggio dai tassi più bassi nel tempo. Tuttavia, gli investitori dovrebbero considerare il rischio di reinvestimento derivante dall’avere una quota eccessiva di investimenti in liquidità.

Cosa ci insegna la Storia?

Dal punto di vista del mercato, la lezione della storia è che la reazione delle azioni ai tagli dei tassi dipende dallo stato dell’economia. L’inizio di un ciclo di riduzione dei tassi, in assenza di recessione, ha storicamente portato a forti rendimenti azionari nei 6, 12 e 18 mesi successivi al primo taglio, come nei cicli del 1984, 1989, 1995 e 1998. Al contrario, i tagli dei tassi in risposta a una debolezza economica e a una recessione hanno comportato perdite, come avvenuto nel 1981, 2001 e 2007.

Considerando le attuali condizioni economiche, si ritiene che l’economia stia seguendo la traiettoria dei precedenti cicli di taglio dei tassi fuori dalle recessioni, piuttosto che quella dei cicli recessivi. L’ultima volta che le azioni erano ai massimi storici quando la FED ha avviato un taglio dei tassi è stato nel 1995, e l’S&P 500 ha guadagnato il 23% nei 12 mesi successivi. Storicamente, le valutazioni tendono ad aumentare dopo l’inizio di un allentamento monetario. Tuttavia, poiché le valutazioni attuali sono elevate rispetto al passato, si prevede che i guadagni saranno più modesti rispetto ai precedenti cicli di “atterraggio morbido”.

Cosa potrebbe accadere ai mercati azionari americani dopo il taglio dei tassi della FED secondo le indicazioni dell’analisi grafica

La chiusura settimanale del 20 settembre ha dato una nuova importante prova di forza dei rialzisti. Dopo il recupero del supporto in area 5.477,41, infatti, c’è un nuovo chiaro segnale di forza che potrebbe spingere le quotazioni secondo lo scenario indicato in figura dalla linea tratteggiata. Tuttavia, la resistenza in area 5.712 ha retto alle pressioni rialziste spostando alla chiusura del 27 settembre la decisione sul futuro al rialzo dei mercati azionari americani.

I ribassisti, invece, potrebbero riprendere il sopravvento nel caso di chiusure settimanali inferiori a 5.477,41. In questo caso lo scenario più probabile potrebbe essere quello indicato in figura dalla linea continua.

Tutti gli indicatori sono impostati al rialzo sull'S&P500

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