Cosa portare al CAF o al patronato per pagare meno tasse col 730 eliminando una trattenuta anche per chi ha due CU ma usa questa accortezza

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È tempo di dichiarazioni dei redditi e tutti i contribuenti ne attendono l’esito. Ci saranno quelli che andranno a rimborso, perché non hanno preso il Bonus IRPEF o hanno sostenuto molte spese nel 2021. Ma ci saranno anche quelli che verseranno le imposte, in unica soluzione o a rate. Soprattutto chi ha avuto più datori di lavoro nel 2021 rischia un vero salasso. Ma l’esborso può essere ridotto con un po’ di accortezza.

Cosa portare al CAF o al patronato per pagare meno tasse col 730 eliminando una trattenuta anche per chi ha due CU ma usa questa accortezza

È con il modello 730 che i contribuenti scoprono in che condizione si trovano con IRPEF e addizionali. Pochi sanno che con un 730 a debito, oltre a versare le imposte 2021, si versano gli acconti per l’anno successivo. Questo accade perché l’Agenzia delle Entrate di fatto ipotizza che se un contribuente è a debito, lo sarà anche l’anno successivo. Nulla di più sbagliato, tanto è vero che spesso, i contribuenti che versano l’acconto, l’anno successivo non pagano nulla o vanno addirittura a rimborso.  Il contribuente che compila il quadro F del 730, nello specifico la sezione V, può evitare di versare l’acconto. È una scelta del contribuente, soprattutto di chi è convinto che per l’anno in corso non cambierà datore di lavoro.

Il meccanismo degli acconti è particolare. Qualsiasi saldo a debito emerge dal 730, se è superiore a 51,65 euro, impone un acconto pari allo stesso debito. Se il saldo a debito è inferiore a 257,52 euro però, il contribuente verserà solo l’acconto a novembre. Se supera quella cifra invece, il contribuente verserà il 40% come acconto nella prima busta paga utile, e il 60% a novembre. Questo vale anche per chi non ha sostituto d’imposta e provvede a versare con il modello F24. In termini pratici un contribuente che deve versare 1.000 euro per il 2021, verserà anche 400 euro subito e 600 euro a novembre. Il contribuente comunque può chiedere al datore di lavoro di non trattenere l’acconto di novembre presentando un’istanza entro il 10 ottobre 2022.

Cosa fare per evitare di pagare troppo con il 730

Il contribuente che chiede al datore di lavoro di non trattenere l’acconto unico di novembre o il secondo acconto di novembre, deve prestare attenzione però. Infatti, da un lato avrà maggiormente chiaro il suo quadro fiscale dell’anno di riferimento, ma dovrà stare attento al fatto che il Fisco prevede sanzioni ed interessi per chi non ha versato l’acconto ma resta nelle condizioni dell’anno precedente in quanto ad IRPEF da versare.

Anche al CAF, dal commercialista o al patronato, l’interessato può chiedere che nel  730 non vengano applicati gli acconti. Una soluzione questa che deve essere giustificata. Infatti, cosa portare al CAF o al patronato è una domanda di facile risposta. Per esempio, un lavoratore precario che non ha la certezza di lavorare anche l’anno successivo, potrebbe versare un acconto che non potrà essere recuperato. E nel consegnare ai professionisti che produrranno il 730 le CU, il diretto interessato deve segnalare la non applicazione degli acconti.

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