Cosa non si può pagare con il reddito di cittadinanza

Cosa non si può pagare con il reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza garantisce un sussidio economico che consente di pagare beni e servizi alle famiglie italiane in condizioni di precarietà. Ma cosa non si può proprio pagare con la card dell’aiuto governativo? Ogniqualvolta il beneficiario del RdC è in procinto di compiere un acquisto deve necessariamente valutare se ne ha facoltà. Ciò perché esistono dei prodotti e dei servizi che l’intestatario della card non può comprare avvalendosi della ricarica mensile. I controlli serrati della Guardia di Finanza scoraggiano quanti vorrebbero aggirare la pietra d’inciampo posta dalle limitazioni imposte. Risale al 28 maggio 2019 il decreto attuativo cui il contribuente deve attenersi per sapere cosa non si può pagare con il reddito di cittadinanza.

La ricarica della card

La ricarica della card che il beneficiario riceve oscilla da un minimo di 40 euro ad un limite massimo di 1380 euro. L’importo dell’aiuto governativo varia a seconda della fascia reddituale di appartenenza del richiedente. Al di là delle criticità rilevate riguardo all’assegnazione del reddito di cittadinanza, ad oggi ci si trova a fronteggiare un’ulteriore emergenza. A seguito del blocco delle attività lavorative imposto d’autorità a causa del coronavirus si stanno verificando ritardi nelle pratiche di aggiornamento delle domande. Persino l’Osservatorio statistico Inps ha reso nota l’impossibilità di procedere all’aggiornamento dei dati. A ciò si aggiunga il blocco delle politiche e delle iniziative finalizzate al reinserimento occupazionale dei percettori del reddito di cittadinanza.

Cosa non si può pagare con il reddito di cittadinanza

Attualmente l’erogazione del contributo governativo ha raggiunto 1.041 milioni di famiglie per cui ben 2,5 milioni di contribuenti ne beneficiano. Il decreto attuativo del 28 maggio 2019 riporta l’elenco di prodotti, beni e servizi che è vietato pagare o acquistare. Ciò perché il supporto finanziario di cui dispone il percettore deve tornare utile unicamente all’acquisto di beni di prima necessità. Con l’importo caricato sulla card si possono acquistare prodotti alimentari, farmaci, elettrodomestici, cellulari, pc, tablet, capi di abbigliamento, mobili, libri ed elettrodomestici. L’intestatario della card può anche pagare il canone di affitto e le utenze, ma non prodotti e servizi finanziari.

Fra le spese non consentite dal decreto compaiono i superalcolici, gli abbonamenti alle piattaforme di intrattenimento quali Amazon video, Netflix, Sky e gli acquisti online. Sembrerà scontato sottolinearlo, ma è precluso anche l’acquisto di riviste e video pornografici, di armi, pellicce, gioielli quadri e opere d’arte. Così come è vietato il trasferimento di denaro, l’ingresso nei club privati, il gioco d’azzardo, nonché il noleggio o l’acquisto di imbarcazioni.

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