Tatuarsi è una pratica ormai molto comune. Qualcuno sostiene che sia semplicemente una moda che si evolve con gli stili e le particolarità del caso. Sempre più persone, non solo giovani amano incidersi sulla propria pelle date, disegni, ricordi, cose importanti e non.
Per quanto non ci sia una regola vera e propria nella normativa italiana ed europea che vieti i tatuaggi, ci sono delle eccezioni. Vietarli nero su bianco sarebbe anticostituzionale. Anche se le statistiche dimostrano che è ancora opinione comune associare i tatuaggi a un senso di ribellione. Per questo è importante sapere cosa non si può assolutamente fare dopo essersi tatuati e come aggirare questo ostacolo.
Ci sono lavori a cui non si può accedere se tatuati?
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Teoricamente e a livello di legge no. Ma nella pratica questo pregiudizio ancora diffuso può essere un punto a sfavore. Uno studio condotto da Andrew Timming dell’Università St. Andrews, in Scozia, ha studiato proprio questo. Lo studio esaminava un gruppo di responsabili alle assunzioni che doveva valutare dei candidati.
A una parte di questi ultimi venne applicato un finto tatuaggio sul collo, portando a un esito eclatante. A parità di curriculum i tatuati erano posizionati più in basso rispetto agli altri. Anche se non ci sono regole scritte che predeterminano un’assunzione, è sempre bene pensare a dove farsi un tatuaggio. Per risolvere questa situazione basta scegliere parti del corpo poco visibili evitando mani, volto e collo.
L’unica eccezione lavorativa specifica è l’ambito delle forze dell’ordine. Alla visita per accedere a questi lavori bisogna mostrare i tatuaggi e se sono in punti visibili nel momento in cui si indossa la divisa può essere un elemento di esclusione.
Ma a parte il lavoro ci sono restrizioni per chi ha tatuaggi?
In realtà si. Per gli amanti del Giappone è bene sapere cosa non si può assolutamente fare dopo essersi tatuati e come aggirare questo ostacolo. In questo paese i tatuaggi sono spesso associati alla criminalità e quindi visti in malo modo. Per questo motivo certi onsen, ovvero i bagni termali pubblici giapponesi, hanno diverse limitazioni. Molti luoghi considerati ideali per rilassarsi come spiagge, centri benessere e palestre vietano l’ingresso a persone tatuate.
Sia locali che turisti, in quanto i tatuaggi urterebbero questo stato di relax indotto dalle ambientazioni. Si troveranno quindi dei cartelli appositi agli ingressi, anche se la cosa può essere aggirata, per i tatuaggi di piccole dimensioni. Mettendo una benda, una fascia o un cerotto per coprire la parte tatuata si avrà accesso ai luoghi desiderati.