Come avevamo anticipato su queste pagine, oggi si è tenuto il meeting della BCE, nel quale si è anche trattata la situazione relativa ai tassi di interesse. Infatti, nel corso del 2023 le Banche centrali hanno aumentato questi ultimi notevolmente. Inizialmente, per il 2024 molti analisti prevedevano un primo taglio di questi tra il mese di aprile e quello di giugno. Infatti, l’inflazione è in discesa e secondo le ultime rilevazioni in area Euro avrebbe al momento raggiunto il +2,6%. Si tratta di un ottimo dato, se si tiene in conto che a gennaio ammontava a +2,8%.
Lo scorso anno a gennaio-febbraio aveva addirittura raggiunto il +8,5%. Tuttavia, nonostante ciò e sebbene si sia anche verificato un rallentamento dell’aumento del prezzi, le Banche centrali non hanno ancora annunciato alcun taglio e le previsioni degli analisti per questo meeting sono state chiare: nessun taglio dei tassi di interesse è all’orizzonte. La FED, la BCE e la BoE stanno infatti adottando un atteggiamento attendista. Ciò significa che sono in attesa che i dati sull’inflazione migliorino ulteriormente e che si avvicinino al target fissato e cioè il 2%. Scopriamo se queste previsioni si sono rivelate veritiere o se la BCE ha cambiato idea in proposito.
Cosa ha deciso la BCE sui tassi di interesse nell’ultimo meeting
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La BCE ha optato per lasciare i tassi invariati e cioè al 4,50% sulle operazioni di rifinanziamento principali, al 4,75% sulle operazioni di rifinanziamento marginale e al 4,00% sui depositi presso la Banca centrale. Sono i più elevati che ci siano mai stati nella storia dell’euro.
Ciò nonostante, Francoforte ha sottolineato che l’inflazione sia diminuita ulteriormente rispetto alla riunione di gennaio. Secondo gli esperti, in media questa si collocherebbe al 2,3% nel 2024 (dal 2,7% delle stime precedenti) e al 2% nel 2025. L’anno prossimo, insomma, potrebbe e dovrebbe raggiungere il target previsto dalle Banche centrali.
La crescita salariale nell’Eurozona
Ecco, dunque, cosa ha deciso la BCE sui tassi di interesse. Come avevamo sottolineato anche in precedenza e come è emerso anche dal meeting di oggi, la BCE sta monitorando anche i dati salariali nell’Eurozona. Gli analisti sottolineano che dopo il picco nel periodo della pandemia da COVID-19 non c’è stato un movimento significativo nel mercato del lavoro, fattore che potrebbe causare una destabilizzazione dell’andamento dell’inflazione e causare di conseguenza un aumento dei prezzi. Per fortuna, però, sembra che il rischio che ciò avvenga sia al momento molto basso.
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