Il 15 febbraio è una data importante perché è quella in cui dovrebbero verificarsi dei cambiamenti significativi. Anzitutto, scadrà il DPCM che stabilisce il limite sulla mobilità regionale. Inoltre, il Governo ha promesso la riapertura degli impianti sciistici. Tuttavia, poiché di giorno in giorno si registrano sempre nuovi colpi di scena, non siamo in grado di preventivare, con certezza, neppure cosa faremo domani. Quindi, appare ancor più difficile riuscire a preventivare cosa faremo dopo il 15 febbraio. Il tutto in quanto, il ritardo nella somministrazione delle dosi e l’avvento delle varianti, rischiano di mettere a rischio tutti i sacrifici fatti finora.
Tuttavia, tra oggi e il 15 febbraio intercorreranno 2 settimane, entro le quali si dovrebbero creare i presupposti per mantenere i due appuntamenti su indicati: caduta del blocco tra Regioni e apertura degli impianti sciistici. Ma, vediamo, con maggiore attenzione, in presenza di quali condizioni, potrebbero essere mantenute queste due promesse.
Di fronte a quali condizioni verranno allentate le limitazioni
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Per sapere cosa faremo dopo il 15 febbraio, dovremmo preliminarmente domandarci, in presenza di quali condizioni, sarà possibile far cadere le limitazioni. Per essere realistici, affinché possa venir meno il blocco tra Regioni, occorrerà che l’indice RT si mantenga al di sotto dell’1, a livello nazionale. Questo significa, più o meno, che per tutte le Regioni dovranno verificarsi le condizioni per passare in zona gialla. Ebbene, poiché a partire da oggi, quasi tutto il Paese si è tinto di questo colore, si può pensare che il traguardo non sia irraggiungibile. Tuttavia, non è detto che certe zone riescano, in sole due settimane, a superare le criticità.
La stessa considerazione, più o meno, varrà anche per la riapertura degli impianti sciistici, anche se, ad oggi, essa resta confermata. Il traguardo indicato, inoltre, deve passare per il benestare del Comitato Tecnico Scientifico, nonchè per la decisione del Governo, che si rifarà al parere degli esperti. A fronte di dette prospettive, tuttavia, si è aperta ieri la polemica sull’allarme delle zone gialle. In esse, si sono registrati degli assembramenti che non fanno ben sperare. Infatti, un comportamento di libertà indiscriminato, può indurre a compiere solo passi indietro.