D’estate essere punti dagli insetti, non solo le zanzare ma anche gli imenotteri come api, vespe e calabroni, è abbastanza comune. È lo scotto da pagare alla bella stagione. Come difendersi? Lo faremo in tre mosse.
Finalmente l’estate è arrivata, ma la bellezza dello stare all’aria aperta porta con sé le inevitabili punture degli insetti. Sono tanti coloro che hanno avuto un incontro ravvicinato con un alveare e non è una bella esperienza. Le punture degli imenotteri sono molte dolorose. Un entomologo americano, Justin Schmidt, ha fatto una singolare esperienza: si è fatto pungere da tanti insetti diversi per stilare una classifica delle punture più dolorose. Ha paragonato il dolore provocato dalla puntura di un’ape a quello di una testa di fiammifero sulla pelle. Un’esperienza che sarebbe meglio evitare.
Abiti bianchi, per cominciare
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Ma come sfuggire ai pungiglioni? Gli esperti raccomandano di bandire gli abiti scuri e brillanti, per cominciare. Pare che gli insetti ne siano irresistibilmente attratti. Preferire tinte chiare e neutre che passano più inosservate ed evitare anche i profumi. Gli insetti infatti amano gli odori intensi della nostra pelle, ma anche le profumazioni di cosmetici e creme per il corpo.
Inoltre, se ci capita di trovarci inavvertitamente nei pressi di un alveare, dovremmo evitare gesti scomposti, cercare di mantenere la calma e allontanarci a buon passo ma senza correre. Difficile da fare quando l’unico desiderio è quello di darsela a gambe levate.
Cosa fare se un insetto ti punge?
Se le api ci pungono il dolore è intenso perché il pungiglione rimane conficcato nella pelle, iniettando veleno anche dopo che l’insetto si è staccato. L’ape sacrifica la sua vita per pungerci perché con il pungiglione perde una parte dell’apparato digerente, ma ci infligge una bella tortura.
Nella maggior parte dei casi, per fortuna, tutto si risolve con una reazione localizzata, un arrossamento che possiamo trattare autonomamente. Solo in pochi casi è necessario rivolgersi a un medico, se siamo di fronte a una reazione allergica.
Come trattare la puntura
La prima mossa da fare è estrarre il pungiglione, soprattutto se a pungerci è un’ape. Il pungiglione delle vespe è liscio, ma quello delle api è dotato di uncini e rimane ancorato alla pelle continuando a iniettare veleno. La rimozione va fatta quanto prima. Meglio non usare delle pinzette, che potrebbero spremere il pungiglione favorendo il rilascio del veleno. È preferibile usare un oggetto con i bordi smussati, tipo una carta di credito, con un movimento dal basso verso l’alto evitando anche che il pungiglione si rompa.
Poi disinfettiamo la puntura con acqua ossigenata e applichiamo un impacco freddo o del ghiaccio. Possiamo anche immergere la parte colpita in acqua fredda. Concludiamo l’elenco di indicazioni su cosa fare se un insetto con un ultimo passaggio. Per ridurre il gonfiore può essere utile mantenere in posizione elevata l’area interessata.