Perdere il lavoro non è certo la migliore esperienza. Soprattutto se la perdita del lavoro è involontaria, cioè scaturita da un evento non voluto dal lavoratore. Restare senza fonte di sostentamento non è certo piacevole. Da due anni a questa parte, questa triste esperienza ha riguardato una moltitudine di lavoratori, diventati di colpo disoccupati. Una volta perduto il lavoro, se non si trova una nuova occupazione, non resta che guardare al panorama dei sussidi, delle misure assistenziali e degli ammortizzatori sociali. E ci sono almeno due opzioni da prendere in considerazione, che passano entrambe per l’INPS.
Cosa fare quando si perde un lavoro da 1.200 euro al mese e si deve scegliere tra un sussidio fino a 750 euro al mese o un’indennità di 900 euro ma a scalare
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Chi perde il lavoro involontariamente ha diritto alla NASPI. Si tratta dell’indennità per disoccupati erogata dall’INPS. Ma chi è senza lavoro ha un’altra misura utile a tamponare la falla reddituale creata proprio dalla perdita del lavoro, cioè il reddito di cittadinanza. Sono due misure nettamente diverse queste, ma in entrambi i casi sono la scialuppa di salvataggio di chi resta senza reddito. La NASPI consente fino a 24 mesi di fruizione, o meglio, la metà delle settimane lavorate nei 4 anni che precedono la perdita del lavoro. Il reddito di cittadinanza invece offre un sussidio per 18 mesi rinnovabili di 18 in 18. La lunghezza è a favore del reddito di cittadinanza quindi.
Per gli importi, la NASPI è commisurata allo stipendio medio percepito nei 4 anni prima citati. Ed è pari al 75% di questa media. Può arrivare a massimo 1.300 euro al mese. Per esempio, con uno stipendio medio di 1.200 euro al mese è di 900 euro al mese la NASPI spettante. Ma occorre ricordare che dal sesto mese di fruizione, l’indennità scende del 3% al mese. Se per esempio un lavoratore ha lavorato per 3 anni ininterrotti, l’ultimo mese di beneficio, cioè il diciottesimo, sarà pari a poco più di 600 euro.
Alcune differenze tra NASPI e reddito di cittadinanza
Chi si chiede cosa fare quando si perde un lavoro, deve valutare bene le differenze tra NASPI e reddito di cittadinanza. Per percepire la NASPI occorre aver lavorato almeno 13 settimane nei 4 anni precedenti, Per il reddito di cittadinanza invece serve solo un ISEE in corso di validità, anche quello corrente che fa al caso del lavoratore che perde l’occupazione dal momento che quello ordinario fa riferimento ai due anni precedenti la data di richiesta dell’ISEE.
A conti fatti, una NASPI da 18 mesi per un lavoratore con 1.200 euro di stipendio medio mensile, vale circa 14.000 euro. Con il reddito di cittadinanza invece la somma totale dei 18 mesi è di 13.500. Il reddito di cittadinanza però ha dei limiti, che riguarda la modalità di utilizzo dei soldi. Un singolo può prelevare in contanti solo 100 euro al mese. Il resto va speso per bollette, beni di prima necessità e farmacia. Con la NASPI invece zero vincoli. Come durata è evidente che la NASPI dura meno del reddito di cittadinanza che può essere percepito ben oltre i 18 mesi, essendo rinnovabile.
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