Cosa fare quando, dopo averci rubato i dati, i ladri hanno chiesto un prestito?

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A volte, si possono verificare situazioni paradossali. Una di queste è quando si riceve, da parte di una banca, un decreto ingiuntivo per il mancato pagamento di alcune rate di un prestito mai richiesto. Tuttavia, i dati riportati sull’atto giudiziario sono quelli giusti, cioè quelli che ci riguardano. In detti casi, è necessario parlare direttamente con la banca per avere degli elementi in più e comprendere cosa sia accaduto. Tuttavia, bisogna muoversi con rapidità, considerato che il decreto ingiuntivo diventa definitivo dopo 40 giorni dalla sua notifica. Il primo passo, dunque, è, come anticipato, capire ciò che è successo e, il secondo, attivare gli opportuni strumenti di tutela.

L’ipotesi del furto d’identità

Date le premesse, probabilmente, siamo di fronte ad un caso di sostituzione di persona, avvenuta tramite acquisizione dei nostri dati personali. In questa ipotesi, è probabile che i ladri si siano appropriati della fotocopia della nostra carta d’identità e poi se ne siano serviti per richiedere il prestito. Si consideri che le modalità per clonare un documento di identità possono essere molteplici. Si pensi al caso di consegna dei propri documenti per noleggiare un’auto, per sottoscrivere una polizza o per prenotare una vacanza.

Oppure, i medesimi dati personali, potrebbero essere stati reperiti online per poi realizzare falsi documenti di identità, utili ad accendere ai finanziamenti di che trattasi. Ovviamente, dopo aver ottenuto il danaro dalla banca, i malviventi scapperanno, lasciando in eredità il debito verso la banca. Da qui, il decreto ingiuntivo che abbiamo ricevuto. Pertanto, si ci chiede: “cosa fare quando, dopo averci rubato i dati, i ladri hanno chiesto un prestito?”

Quali sono gli strumenti di tutela disponibili

A questo punto, rispondiamo alla domanda: “cosa fare quando, dopo averci rubato i dati, i ladri hanno chiesto un prestito?”.  Ebbene, una volta che ci è stato notificato il decreto ingiuntivo, abbiamo 40 giorni per opporci allo stesso. In tal caso, si dovrà far valere la circostanza dell’inesistenza del debito. A tal uopo, sarà necessario contestare la firma apposta al contratto di prestito o finanziamento. Sicché, a quel punto ricadrà sull’istituto di credito l’onere di provare l’autenticità della sottoscrizione e, ciò, attraverso una perizia calligrafica.

Diversamente, si potrà contattare la banca per trovare una soluzione pacifica extragiudiziale. In ogni caso, quale che sia la scelta intrapresa, non si può fare a meno di sporgere querela per truffa, nonché denuncia per il reato di sostituzione di persona. Sicché, con i predetti documenti, bisognerà poi andare in banca e trovare il modo per farsi rilasciare una rinuncia al decreto ingiuntivo.

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