Sapere quali sono i segnali che indicano un episodio di violenza tra le mura domestiche è un primo passo per intervenire contro tali abusi. Attualmente la Legge tutela le persone che denunciano tali episodi che troppo spesso restano impuniti per il timore di ripercussioni sulla vittima. Nella presente guida gli Esperti di ProiezionidiBorsa illustreranno cosa fare in caso di violenza domestica per tutelarsi e per difendersi da tali soprusi.
Quali e quante sono le azioni violente
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Sono migliaia i casi di violenza domestica che ogni giorno si registrano nel nostro Paese. Diverse associazioni di categoria riportano dati piuttosto allarmanti che dipingono una pagina quantomai triste delle odierne dinamiche familiari. Secondo le stime, la più parte delle vittime si compone di donne e bambini. Questi subiscono tra le mura di casa atti di violenza di diversa forma e genere, fisica e verbale. In questi casi, il senso di smarrimento e di paura possono non rendere la persona pienamente consapevole di quello che sta subendo. Ecco perché è importante sapere cosa fare in caso di violenza domestica per tutelarsi.
Che cos’è la violenza domestica
La violenza domestica fa riferimento ad episodi di abuso che si ripetono nel tempo con una certa frequenza verso uno o più componenti della famiglia. Essa può essere di diverso genere, come ad esempio, fisica, verbale sessuale o psicologica. Tale tipo di azione tende ad avere come scopo quello di esercitare un controllo sull’altra persona che si configura come vittima. La violenza domestica costituisce una forma di maltrattamento nei riguardi della persona che richiede una denuncia e un intervento per evitare ulteriori, spiacevoli conseguenze. Generalmente, esiste uno schema comportamentale che mette in atto l’aggressore nei riguardi della vittima. Nella fase iniziale avvengono delle vere e proprie intimidazioni. La vittima si sente costantemente minacciata, in pericolo e prova un forte senso di paura.
Questa paura porta spesso ad un atteggiamento di isolamento nei riguardi della sfera familiare e amicale. La vittima di violenza perde man mano i contatti con il mondo esterno tendendo ad isolarsi gradualmente. A questa fase ne segue una in cui l’aggressore mette in atto comportamenti sempre più aggressivi. Essi sono tesi ad indebolire la vittima per mezzo di umiliazioni, offese e pesanti insulti tali da far sentire la vittima come una nullità. Questi episodi di estrema violenza possono alternarsi a fasi di pentimento da parte dell’aggressore che chiede perdono alla vittima per poi ripetere nuove violenze. In queste situazioni, come fare a liberarsi dalla catena emotiva, relazionale e psicologica?
Cosa fare in caso di violenza domestica per tutelarsi
La prima cosa da fare è recarsi presso un pronto soccorso per farsi visitare da un medico e denunciare l’accaduto. Il personale sanitario avrà poi il dovere di informare le Forze dell’Ordine e l’autorità giudiziaria affinché si intervenga quanto prima contro l’aggressore. Successivamente alla diagnosi del medico, si procederà ad inviare una denuncia per avviare le indagini preliminari. In questi casi scatta quello che si definisce codice rosso secondo quanto stabilisce la Legge n. 69/2019.
Ciò significa che il PM dovrà dare ascolto alla vittima entro tre giorni dal momento della segnalazione. Tale termine subisce delle proroghe in relazione al caso. Scattano poi delle misure cautelari laddove se ne ponga la necessità ed intervengono anche i servizi sociali in presenza di minori. Gli interventi degli organi di tutela seguono delle prassi che possono subire delle variazioni in base ai dati descrittivi della situazione specifica. In ogni circostanza, va ricordato, la vittima può ricevere differenti forme di tutela contro gli atti di aggressione e di violenza domestica. Ecco, cosa fare in caso di violenza domestica per tutelarsi.
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