Comprare o vendere azioni in prossimità di livelli di inversione potrebbe essere potenzialmente una strategia di investimento con un rapporto profitto su rischio molto elevato.
Quindi, cosa fare con azioni che potrebbero essere vicine a un livello di inversione?
Sicuramente non buttarsi a capofitto sul titolo, ma studiarlo e individuare i livelli chiave oltre i quali l’inversione di tendenza ne uscirebbe rafforzata. In casi come questi l’analisi grafica potrebbe offrire un valido supporto.
Cosa fare con azioni che potrebbero essere vicine a un livello di inversione? Le indicazioni dell’analisi grafica
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Le azioni Carel Industries (MIL:CRL) hanno chiuso la seduta del 15 settembre a 20,10 euro, in rialzo dello 0,15% rispetto alla seduta precedente.
La tendenza in corso è ribassista e ha raggiunto la massima estensione in area 20,15 euro. Su questo livello la probabilità che si possa assistere a un’inversione è molto elevata. Per cui il rischio di sbagliare nel caso si anticipi l’inversione di tendenza è contenuto.
Un altro indizio che potrebbe supportare la probabile inversione viene dal fatto che il ritracciamento ha raggiunto livelli che poche volte sono stati visti in passato. Tuttavia, come dicevamo, la probabilità che si possa continuare a scendere oltre il III obiettivo non è nulla. In questo caso per capire l’obiettivo più probabile bisogna muoversi sul time frame superiore (settimanale) dove l’obiettivo più probabile potrebbe collocarsi in area 17 euro.
Una conferma dell’inversione rialzista si potrebbe avere con una chiusura giornaliera superiore a 21,31 euro.
Come pesare le indicazioni dell’analisi grafica con la valutazione ottenuta attraverso i fondamentali
Le azioni Carel Industries risultano essere sopravvalutate qualunque sia l’indicatore utilizzato. Ad esempio, il rapporto prezzo/utili (PE) di Carel Industries è pari a circa 35,1 a fronte di un valore medio del settore di riferimento pari a 28,2. Inoltre, sulla base delle quotazioni attuali, la società ha un livello di valutazione particolarmente elevato in termini di “enterprise value”. Infine, con un valore aziendale stimato di 4,2 volte il fatturato dell’esercizio in corso, la società sembra avere una forte valorizzazione.
Neanche il fair value, calcolato con il metodo del discounted cash flow, sostiene il titolo con una sopravvalutazione superiore al 100%.
Altro aspetto non molto positivo è il rendimento del dividendo che sicuramente non invoglia all’acquisto del titolo. La società, infatti, distribuisce un dividendo molto piccolo con un rendimento dell’ordine dello 0,75%.
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