Un focus su cosa contiene il bitter analcolico e perché non è adatto a tutti. Alzi la mano chi, nelle torride serate d’estate, non ha mai ceduto ad un aperitivo in terrazza, con tanto di snacks salati e aperitivi coloratissimi. Sia al naturale che “corretti” con cubetti di ghiaccio e fette di limone o arancia, gli aperitivi più graditi al palato di grandi e piccoli si rivelano i bitter. Delle bevande dal sapore intenso e leggermente amarognolo, per lo più, in versione analcolica. Una miscellanea di colori che dal giallo arancio, a seconda delle diverse marche, vira al rosso intenso. Una festa per gli occhi e per il palato, ma cosa contiene il bitter analcolico e perché non è adatto a tutti?
La ricetta dei bitter
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Fermo restando che ogni casa produttrice mantiene segreta la propria ricetta per la realizzazione dei bitter, qualche dritta di massima la si può comunque fornire. Pertanto quello che sembra accomunare le varie linee di bitter anacolici è una miscelazione di zucchero, estratti agrumati, spezie ed erbe in composizione variabile. Tra i profumi possono quindi fare la loro comparsa, chiodi di garofano, ma anche semi di cardamomo, oli essenziali di coriandolo e noce moscata. Un bel mix non c’è che dire.
Le ricerche in materia di coloranti
Chiarita, seppur per sommi capi, la tematica degli ingredienti di questi sfiziosi aperitivi, vediamo ora di passare alla questione più spinosa. Vale a dire a quella dei coloranti. Stando a quanto si è avuto modo di appurare, gli studi al riguardo hanno presso avvio in ambito universitario. Sembra infatti che sia stata l’università di Southampton ad affrontare, per prima, la questione del cocktail di coloranti. Gli universitari avevano infatti correlato la presenza di alcuni coloranti, usati nella preparazione dei bitter, all’iperattività dei bambini.
A questo primo “allarme” ha poi fatto seguito un panel dell’Efsa, ovvero dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare. In considerazione degli studi tossicologici portati avanti, è stata presa la decisione di ridurre la loro dose giornaliera accettabile. I coloranti finiti sotto la lente d’ingrandimento sono stati il giallo chinolina contraddistinto con la sigla E104, il giallo arancio S con sigla E110 e il rosso cocciniglia A con la sigla E124. Per quanto poi riguarda la tartrazina con sigla E102, si è visto che parte delle persone possono manifestare chiari segni d’intolleranza, anche al di sotto della dose giornaliera accettabile.
La posizione del Parlamento europeo
Nel frattempo la questione giungeva all’attenzione del Parlamento europeo che nel dicembre 2008 in piena autonomia, prendeva una posizione in ottemperanza al principio di cautela. Veniva quindi stabilito che le etichette dovessero riportare la seguente dicitura: “può influire negativamente sull’attività e l’attenzione dei bambini”. Quindi, nonostante si tratti di drink analcolici, meglio considerarli sempre bevande adatte ad un pubblico adulto, come del resto consigliano anche gli stessi produttori.