Il primo dei sacramenti che un cattolico riceve nella vita è il battesimo. Non per propria scelta ma in base alla religiosità della famiglia d’origine.
Potrebbe accadere che nel corso della vita la persona maturi altri convincimenti e senta la necessità di cancellare questa scelta indotta. Non è sicuramente una decisione semplice e chi giunge a questa scelta probabilmente sarà pienamente maturo e consapevole.
Cosa comporta sbattezzarsi e cosa serve per la cancellazione
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Quello che comunemente viene chiamato sbattezzo, per la Chiesa è il peccato di apostasìa.
La religione e la fede sono ambiti molto personali e intimi. Non si può in alcun modo entrare nella sfera privata giudicando le scelte altrui. Questa vuole essere soltanto una guida per chi avesse necessità di informazioni in merito.
Trattandosi di un peccato mortale secondo la Chiesa, chi decide di cancellare gli effetti del proprio battesimo verrebbe ovviamente escluso da ogni sacramento. Dunque lo sbattezzato non potrà fare da padrino o madrina, non potrà ricevere le esequie ecclesiastiche e non potrà partecipare attivamente alla vita religiosa.
È bene sapere che lo sbattezzo è soltanto un rito formale. Ci sono state diverse sentenze che hanno evidenziato come, trattandosi di un evento storicamente avvenuto, il battesimo non possa essere cancellato. Se ne possono però annullare gli effetti.
Come fare domanda di cancellazione
Per rendere effettiva la propria decisione, occorre inviare un modulo messo a disposizione dall’Unione Atei e Agnostici. L’invio deve essere effettuato con una raccomandata con ricevuta di ritorno o sarà necessario consegnare a mano il modello.
Questa richiesta di fatto avrà come conseguenza il non essere considerati più parte della Chiesa cattolica. Ecco cosa comporta sbattezzarsi e cosa serve ma anche cosa non potremmo più fare dopo questa decisione.
Se non si conosce la parrocchia in cui abbiamo ricevuto il battesimo, potremo fare una ricerca sul sito della CEI o rivolgerci alle parrocchie dove abbiamo celebrato la prima comunione o la cresima. Se la parrocchia nella quale venne celebrato il battesimo non esistesse più, dovremmo inoltrare la richiesta al Vescovo del territorio.
L’unico costo da sostenere per lo sbattezzo è quello dell’invio della raccomandata.
Questo atto formale di rinuncia al battesimo comporta anche l’impossibilità di sposarsi con rito religioso. Soltanto a seguito di apposita autorizzazione da parte del Vescovo, si potrebbe aggirare questo veto.
C’è chi vorrebbe chiedere lo sbattezzo pensando erroneamente che la Chiesa riceverebbe meno sovvenzioni dallo Stato se vi fossero meno appartenenti alla Chiesa stessa. In Italia, dal punto di vista fiscale, non cambierebbe nulla. Non cambia nulla neanche dal punto di vista legale, in quanto non esistono documenti ufficiali che attestino l’apostasìa. Dunque si tratta soltanto di un atto intimo e personale da valutare con profondità e introspezione.
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