Un mini guida per conoscere cosa c’è tra gli ingredienti delle Sottilette…scarti di formaggio?
Le Sottilette sbarcarono nel lontano 1949 nel mercato degli Stati Uniti, per poi approdare in Italia solo nel 1961. E qui il nome di “Sottilette” che in origine apparteneva alla Kraft è diventato di uso comune. Per cui ora è normale, al supermercato, sentir parlare di Sottilette con chiaro riferimento alla tipologia di formaggi fusi a fette confezionate. Una moda abbastanza diffusa fino a qualche tempo fa, specie tra coloro che vanno di fretta, e che sono habituè di sandwich e pasti veloci “mordi e fuggi”. Ma siamo proprio così sicuri di sapere cosa mangiamo? Se la risposta è no, meglio approfondire il discorso per cercare di sapere cosa c’è tra gli ingredienti delle Sottilette…scarti di formaggio?
Ingredienti principali
Indice dei contenuti
Indipendentemente dalle varianti a base di Emmental o Parmigiano Reggiano, tutte le tipologie di formaggio a fette presenti sul mercato hanno, come base di partenza, il formaggio. A seguire c’è il latte, fresco o in polvere e nelle ricette più cremose, anche il siero di latte, il burro o la panna. Se poi nella composizione viene a prevalere il latte, il sapore del formaggio fuso sarà più delicato. Se, al contrario, la percentuale maggioritaria è il formaggio, allora le fettine avranno un gusto più deciso.
Equilibrio alimentare
Dal punto di vista dei valori nutrizionali, stando alle analisi fatte dagli esperti del settore, si è di fronte ad un alimento tutt’altro che bilanciato. Che significa? Semplicemente che il formaggio fuso in fette, indipendentemente da alcune variabili legate alla diversa marca di appartenenza, è troppo carico. Vediamo perché. L’elevata percentuale di grassi e di sale lo rende un alimento che non viene visto di buon occhio dai nutrizionisti.
Pro e contro
In sintesi, il formaggio fuso in fette rappresenta un tipo di alimento sicuro dal punto di vista igienico e frutto di una elevata elaborazione tecnologica. Non è certo tra gli alimenti più sani, né tantomeno equilibrati, ma va eliminata una falsa credenza, piuttosto diffusa. Vale a dire che il formaggio utilizzato nella preparazione appartenga ai cosiddetti prodotti caseari di scarto. Se così fosse, si sarebbe in presenza di vere e proprie frodi e, in quanto tali, perseguibili a norma di legge.