Cosa cambia nel quotidiano delle persone il blocco del Canale di Suez?

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In ogni testata giornalistica e programma tv si incontra ormai la notizia del momento. La nave portacontainer che da giorni blocca il Canale di Suez. Nonostante i ripetuti tentativi di sbloccare la situazione, per il momento non cambia.

Ma questo cosa comporta per le persone? Grazie a Proiezioni di Borsa si è capito quando questo blocco incida sul petrolio. Sia in riferimento a una settimana fa, sia per quanto riguarda l’immediato futuro. E ovviamente questo incide su tutti, anche se forse sembra qualcosa che non tocca così da vicino.

Ma cosa cambia nel quotidiano delle persone il blocco del Canale di Suez?

Il Canale di Suez, che mette in collegamento il Mar Mediterraneo e il Mar Rosso, è un punto strategico del commercio mondiale. Non si tratta solo di petrolio ma di materiali di vario genere. Alan Murphy ha affermato al New York Times che circa il 90% delle cose che ci sono in una stanza sono prodotte in Cina.

Tenendo conto che la stragrande maggioranza degli spostamenti commerciali avvengono grazie ai container, si spiega molto. La Ever Given, nave portacontainer coinvolta, ospita 20mila container. È una delle navi più grosse in circolazione. Per rendere meglio l’idea basta pensare che questa nave è più lunga della Torre Eiffel e il suo peso raggiunge il doppio di quello del Colosseo.

Contando queste dimensioni si può facilmente capire la quantità di materiali che può trasportare. La maggior parte degli acquisti che arriva dall’Asia, passa tramite il Canale, proprio grazie a navi come questa. E sono ben 320 le navi che adesso stanno aspettando di passare a causa del blocco.

Conseguenze a catena

Non solo il blocco della nave in questione porta quindi un problema. Il ritardo degli arrivi e delle spedizioni riguarda anche tutte quelle navi che non possono e potranno usufruire della tratta. Queste ultime dovranno quindi scegliere se continuare ad aspettare o percorrere una tratta alternativa più lunga perdendo tempo e soldi.

Cosa cambia nel quotidiano delle persone il blocco del Canale di Suez? Al primo posto c’è quindi il ritardo della consegna dei beni. Non bisogna quindi stupirsi se gli ordini fatti on line avranno tempi di consegna più lunghi del solito o se alcuni prodotti risulteranno non più disponibili. Ma non solo, si stimano ritardi anche in molti altri settori che non hanno a che vedere con ordini on line. Come, ad esempio, quello automobilistico che si avvale di pezzi per la costruzione di macchine provenienti dall’est.

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