Le vitamine, come ben sappiamo, sono molto importanti per il nostro organismo. Esse, infatti, sono fondamentali per muscoli, ossa, tessuti ed organi, e favoriscono il buon funzionamento di diversi processi biologici. Tra le vitamine più importanti troviamo sicuramente la vitamina K, di cui pochi conosco appieno le proprietà ed i benefici.
In generale, si tratta di una vitamina liposolubile che gioca un ruolo chiave in diversi processi che avvengono nel nostro corpo. Basti pensare, ad esempio, che la vitamina K contribuirebbe a rafforzare la struttura dello scheletro, garantendo una corretta sintesi delle proteine coinvolte nel metabolismo osseo. E che, inoltre, essa risulterebbe fondamentale durante i processi di coagulazione del sangue e della rimarginazione delle ferite. Nel corso delle prossime righe, scopriremo cosa bisognerebbe mangiare per integrare questa vitamina e quali alimenti ne sono meno ricchi.
Il fabbisogno giornaliero
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Nel caso della popolazione italiana adulta, sia maschile che femminile, il fabbisogno raccomandato di vitamina K sarebbe di 140 µg (1 milionesimo di g). Per quanto siano estremamente rare le carenze da questa vitamina, si consiglia comunque di consumare alimenti che possano coprire il fabbisogno. Ciò, infatti, avrebbe delle ripercussioni positive per l’organismo, soprattutto nel mantenere in buona salute il microbiota intestinale.
Cosa bisognerebbe mangiare per integrare questa vitamina alleata delle ossa
La vitamina K sarebbe contenuta principalmente negli alimenti vegetali. Per quanto riguarda le verdure, tra le migliori fonti troviamo i cavolini di bruxelles, il cavolo riccio, il cavolo nero, i broccoli, la bieta, gli spinaci e così via. Inoltre, questa vitamina abbonderebbe anche in alcune tipologie di insalata, come il dente di leone, la cicoria, l’indivia e la lattuga. Oltre alle verdure, ci sono anche diverse erbe aromatiche interessanti, come il prezzemolo, che contiene 1600 µg di vitamina K per etto, ed il basilico.
Tra gli alimenti vegetali, troviamo inoltre diversi tipi di frutta che potrebbero essere considerati delle buone fonti di vitamina K. Ad esempio, ne sono molto ricchi i kiwi, che sarebbero utili anche per ridurre la stitichezza e il gonfiore addominale; oppure l’avocado, l’uva o i mirtilli. Inoltre, potremmo trovarne delle discrete quantità di anche nella frutta secca e in alcuni semi, come pistacchi, pinoli, anacardi e semi di zucca.
Alimenti con un basso apporto di vitamina K
Al contrario, vi sono anche alimenti che possiedono modeste quantità di questa vitamina. In questa categoria rientrano i legumi ed i cereali, e gli alimenti di origine animale. Nel primo caso, la vitamina K, essendo contenuta principalmente nel germe, si perde durante i processi di raffinazione. Nel secondo caso, invece, troviamo alimenti come uova, latte, pesce e carne che hanno una quantità di vitamina K prossima allo zero.
Oltre ai benefici di questa vitamina, riscontrati nella prima parte dell’articolo, c’è un altro aspetto positivo da considerare. A differenza di altre vitamine, infatti, quella K è resistente alle alte temperature e, quindi, non viene danneggiata quando gli alimenti vengono cotti o bolliti.
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