In economia le transazioni economiche e finanziarie si perfezionano sempre se c’è una parte che paga e un’altra che incassa. Questo vale pure nel mondo del lavoro tra l’imprenditore che paga gli stipendi e i lavoratori che lo percepiscono. Così come lo stesso vale pure per le prestazioni professionali. Visto che da un lato c’è, per esempio, l’avvocato che offre supporto e assistenza legale e dall’altro c’è il cliente che salda la parcella.
Pur tuttavia, non sempre le cose vanno così, ovverosia nel verso giusto. In quanto, per tante ragioni, un’impresa può anche non pagare gli stipendi ai lavoratori. Così come un lavoratore autonomo può riuscire a non incassare il compenso pattuito per la prestazione resa. Vediamo, allora, nel caso, come comportarsi affinché un lavoratore, che sia un dipendente o un autonomo, possa vedersi riconosciuto il dovuto.
Cosa bisogna fare se non arriva lo stipendio e come difendersi anche in caso di compenso da collaborazione
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Nel dettaglio, quando un datore di lavoro non paga gli stipendi nella maggioranza dei casi non si arriva alle vie legali. Ovverosia, possono esserci dei ritardi nel pagamento degli stipendi a causa di una temporanea crisi di liquidità. Quindi, tutto viene risolto in maniera bonaria.
Su cosa bisogna fare se non arriva lo stipendio, se il datore di lavoro non mantiene le promesse, lo scenario invece cambia. In tal caso, la prima strada da seguire è quella della conciliazione. Precisamente, la conciliazione monocratica presso l’Ispettorato del lavoro.
Nella maggioranza dei casi con la conciliazione monocratica la questione si risolve. Pur tuttavia, ci sono casi in corrispondenza dei quali la disputa tra il lavoratore e l’impresa prosegue. Con il lavoratore che, per farsi pagare lo stipendio, passerà dal tribunale. Prima con il decreto ingiuntivo e poi potrà eventualmente maturare, ai sensi di Legge, pure il diritto di dimettersi per giusta causa e senza dare alcun preavviso.
Cosa fare quando un compenso da collaborazione non è pagato
Molta più attenzione, invece, occorre fare quando non è lo stipendio, ma il compenso che non viene pagato. In tal caso, infatti, per spingere il committente a pagare occorre necessariamente acquisire le prove del credito maturato. Ragion per cui sono in genere fortemente sconsigliate tutte le collaborazioni per cui non c’è a monte un contratto sottoscritto tra le parti. Questo perché, grazie proprio al contratto, il collaboratore potrà poi attivarsi per il recupero del credito anche avvalendosi dell’assistenza di un legale.
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