Cosa aspettarsi dalla riapertura delle scuole?
Quello scolastico è stato tra i sistemi più stravolti dalla pandemia e il primo a subire il lock down. L’attivazione della didattica a distanza ha permesso di non far perdere l’anno, ma ha anche messo a dura prova docenti e studenti. Soprattutto ha messo in luce problemi e diseguaglianze in termini di risorse e competenze tra i diversi istituti. Si è capito quanto ci fosse bisogno di aggiornamento e linee guide omogenee.
Se questo è stato il banco di prova che ha colto comprensibilmente tutti impreparati, bisogna chiarire come verrà affrontato il prossimo anno scolastico.
Il 26 giugno il Piano scuola 2020/21 è stato approvato dalla Conferenza Stato-Regioni.
Si tratta del documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione.
Cosa aspettarsi dalla riapertura delle scuole in base al Piano?
La riapertura sarà il 14 settembre.
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I corsi di recupero partiranno dal 1° di settembre, mentre la riapertura per tutti sarà il 14 dello stesso mese.
Il distanziamento fisico obbligatorio è di un metro da misurarsi tra le bocche degli alunni.
La decisione in merito alle mascherine si prenderà definitivamente due settimane prima dell’inizio dell’anno scolastico. Questo per valutare il da farsi in base all’effettiva situazione dei contagi.
Si intende evitare la didattica a distanza per le scuole primarie e le secondarie di primo livello. Solo le secondarie di secondo livello (scuole superiori) potrebbero utilizzare ancora questo strumento se necessario.
Fondamentali gli accordi con le Regioni e con gli Enti Locali
Il testo prevede l’istituzione di Conferenze dei servizi su iniziativa degli Enti Locali e con il coinvolgimento dei dirigenti scolastici. Serviranno ad analizzare le criticità e i bisogni specifici, raccogliendo le istanze presentate dalle scuole. In particolare si occuperanno dei problemi relativi agli spazi e ai necessari interventi che saranno necessari per garantire le nuove misure.
Le Regioni chiedono al Governo la risoluzione di alcune questioni fondamentali.
Prima fra tutte la necessità di risorse adeguate per realizzare quanto previsto dal Piano. La Conferenza delle Regioni ha chiesto di incrementare il fondo di almeno un miliardo di euro.
Servirà sicuramente un aumento cospicuo del numero di docenti e di personale A.T.A.
Infine c’è bisogno di decisioni economiche ed organizzative sulla questione dei trasporti.