La cultura del benessere psico-fisico personale passa dal tenersi in allenamento attraverso una sana e regolare attività fisica. Così spesso ci capita di raggiungere il parco più vicino casa o il giardino pubblico che più ci garba, nella speranza di fare un pò di sano movimento. Per scoprire infine di non essere gli unici ad essere animati da quello stesso intento. Dall’alba alla sera, in tanti si cimentano in forme di allenamento più o meno intense. Al netto delle proprie preferenze, ci chiediamo tra correre o camminare cosa è più indicato e fa stare meglio? Una precisazione si rende opportuna: in questo contesto facciamo riferimento alla c.d. camminata veloce, non a quella lente, tipica del passeggio.
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In realtà si tratta in entrambi i casi di attività di tipo aerobico, che fanno molto bene al sistema cardiovascolare, a qualunque età le si pratichi. Molti studi medico-scientifici hanno infatti dimostrato che 30 minuti al giorno di questo tipo di attività, produce evidenti benefici per la salute. In entrambe le modalità di movimento si migliorano infatti i ritmi sonno-veglia. Migliorano il metabolismo e dunque si previene il rischio diabete. Essendo attività svolte all’aria aperta, fortificano il sistema immunitario, giacché si svolgono a contatto con la natura. Aiutano inoltre a dimagrire e a mantenere un certo tono muscolare.
La camminata, pro e contro
La camminata veloce è più indicata per i principianti, per chi è in netto sovrappeso o per chi è reduce da un infortunio. In questi casi si sarà in grado di prolungare la durata della camminata, che comincerà a produrre effetti importanti dopo i primi 40 minuti. Inoltre la camminata riduce l’eventualità di traumi. Una volta che l’organismo avrà preso i suoi ritmi, bisognerà però intensificare l’attività. Lo si può fare aumentando il ritmo o allungando il tempo di allenamento, o alternando momenti di camminata a momenti, seppure brevi, di corsa. È possibile produrre nel tempo degli effetti benefici di una camminata magari inserendo nel percorso anche delle salite.
Vantaggi e svantaggi della corsa
La corsa implica invece un allenamento aerobico preesistente. Sicuramente a praticare la corsa si rischiano maggiormente traumi ai muscoli, ai legamenti e alle ossa, perché è un’attività ad impatto più intenso. Per essere un buon runner, bisogna essere non solo allenati, ma bisogna avere una buona tecnica. È quest’ultima infatti che permette di gestire bene il momento in cui ci si solleva e si impatta col suolo. Il non essere in sovrappeso costituisce sicuramente un vantaggio.
Ma lo sono anche il tipo di scarpe indossate e il tipo di terreno scelto per correre. I percorsi su erba o su terreno sono quelli più lenti, ma che fanno molto meno male alle articolazioni. Quelli su asfalto o cemento sono decisamente più veloci, ma anche più traumatici per gli arti. Infine, la corsa permette di arrivare a certi risultati fisici in un minor lasso di tempo. E, psicologicamente, procura in tanti un maggior senso di ricarica energia e di scarico tensione.
Correre o camminare, cosa è più indicato e fa stare meglio?
Ci viene da dire, in sintesi, che sia camminare che correre sono attività che possono regalarci tante soddisfazioni in termini di benessere fisico e psicologico. Non bisogna strafare: la scelta e la modalità sono soggettive, in base alle propensioni, alla nostra preparazione atletica, agli obiettivi. Sempre però tenendo presente che in medio stat virtus. Ossia che la ricerca di un sano equilibrio tra le varie componenti ci consentirà di avvantaggiarci dei vantaggi, senza incorrere in spiacevoli conseguenze.