CoreWeave, una società specializzata in cloud computing sostenuta da Nvidia, ha lanciato la offerta pubblica iniziale a 40 dollari ad azione.
Le azioni della società d’ora in avanti saranno quotate sul Nasdaq con il ticker “CRWV”, ma l’IPO “ridotta” ha suscitato qualche perplessità tra gli investitori poiché inizialmente i termini prevedevano una vendita di 49 milioni di azioni a un prezzo tra 47 e 55 dollari. Inoltre la società, relativamente recente (nasce nel 2017) era inizialmente rivolta al settore delle criptovalute, e solamente in seguito è entrata nel comparto IA e Cloud Computing.
Chi è CoreWeave, che legame ha con Nvidia?
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Nvidia possiede 7.932.460 azioni di classe A di CoreWeave, una società che attualmente è impegnata in soluzioni cloud e data center per Microsoft e appunto Nvidia. La loro partnership è reciprocamente vantaggiosa ma anche un po’ controversa. Infatti le azioni possedute da Nvidia sono vincolate da un accordo di Lock-up, cioè non possono essere vendute per i primi 180 giorni dall’IPO. I Mercati hanno fiutato nell’operazione e nel legame tra le due società tech rischi maggiori di quanto previsto in precedenza.
Secondo il parere dell’analista Gil Luria, “Sembra che Nvidia abbia assegnato più del 10% della sua fornitura a società neocloud, tra cui CoreWeave, che altrimenti non sarebbero esistite e non esisterebbero senza un debito significativo ad alto tasso di interesse“. Ed è proprio la propensione al debito di CoreWeave sta facendo storcere il naso agli investitori.
Le azioni CoreWeave sono da comprare oppure no?
Secondo il prospetto di CoreWeave, la società fino all’anno scorso aveva un debito di 8 miliardi di dollari e circa il 32% della sua liquidità netta è stata destinata alla copertura di tale debito. Sempre nel 2024, ha subito una perdita netta di 863 milioni di dollari su un fatturato di 1,9 miliardi di dollari.
CoreWeave dipende anche dai chip di Nvidia per il suo business, e Microsoft è il più grande cliente della società, che gli ha garantito il 62% del suo fatturato. La società stessa ha affermato di dover affrontare una forte concorrenza. “Il mercato dell’infrastruttura e del software cloud AI è estremamente competitivo e in rapida evoluzione, caratterizzato da cambiamenti nella tecnologia, nei requisiti dei clienti, negli standard di settore, negli sviluppi normativi e nelle frequenti introduzioni di soluzioni e servizi nuovi o migliorati“, ha dichiarato CoreWeave. Si parla di competitor di alto calibro, come Google, Alphabet, IBM, Azure di Microsoft e Oracle, sebbene le medesime società siano anche clienti di CoreWeave. Una situazione un po’ ingarbugliata dunque, che innesca confusione negli investitori. Infine, ma non da ultimo, arriva un “alert” da Jardeni, il noto esperto in finanza Presidente della Yardeni Research.
Cosa pensa Edward Jardeni del futuro delle utility S&p500
I Mercati sono attualmente in una situazione di incertezza ma anche fermento. Nel comparto delle tecnologie ed energia c’è ampio dibattito poiché gli sviluppi futuri non sono ancora ben delineati. Secondo Jardeni, ci sono due strade ipotizzabili, completamente opposte tra loro. Sostanzialmente, i punti salienti della questione energia, IA, e Data Center sono i seguenti:
- Molti investitori credono che la crescita dei data center, delle criptovalute, dei veicoli elettrici, il reshoring della produzione negli Stati Uniti e dei robot scateneranno una forte crescita della domanda di elettricità.
- Altri invece avvertono che si sta formando una bolla nei data center.
- Il presidente di Alibaba Joe Tsai ha avvertito che la costruzione di data center potrebbe superare la domanda. Alcuni progetti stanno raccogliendo fondi prima di bloccare i clienti e la costruzione di data center su specifica gli suggerisce la formazione di una bolla.
Di contro, alcuni analisti non credono nella valutazione di Tsai. Da un recente rapporto di Jones Lang LaSalle (JLL) emerge che alla fine del 2024 i data center esistenti erano pieni, lo spazio nei data center in arrivo era ampiamente prenotato e il mercato dei data center, e quindi la domanda di elettricità, dovrebbe rimanere forte per gli anni a venire. Ecco alcuni dei punti salienti del rapporto:
“Gli inquilini che cercano di affittare una quantità considerevole di capacità di data center devono attendere in media 24 mesi. La disponibilità limitata sta limitando la crescita del settore“, si legge nel rapporto. Dato il mercato ristretto, “i proprietari di data center sono stati in grado di aumentare gli affitti in media del 12% anno su anno nel 2024 e gli affitti sono aumentati di circa il 50% negli ultimi cinque anni“.
Non mancano però criticità dal punto di vista operativo. Sempre nel report si ricorda che “La strada dalla pianificazione al completamento di un progetto è lunga e irta di problemi riguardanti la zonizzazione del terreno, l’accesso alle apparecchiature e l’acquisto di elettricità. Quindi i progetti pianificati richiederanno anni per essere completati e non arriveranno sul mercato tutti in una volta“. Si sta cercando anche di spostare la produzione di attrezzature negli States, che attualmente è il 70% in Asia, strategia che potrebbe abbattere parte delle problematiche.
Conclusioni
Investire in società come Nvidia, CoreWeave e tutte quelle all’interno dei comparti tech ed energia è una scommessa che però può regalare alti rendimenti nel lungo periodo. Sempre secondo le analisi del report, ricordate nelle dichiarazioni di Jardeni, “Il settore delle utility S&P 500 include il settore delle utility elettriche S&P 500, popolato da aziende che generano, trasmettono e distribuiscono elettricità, e il settore delle multiutilities, con aziende che forniscono una combinazione di servizi di pubblica utilità, tra cui elettricità, gas e/o acqua“.
- Il primo indice del settore è in rialzo del 3,2% anno su anno, il secondo del 3,3% anno su anno.
- Si prevede che entrambi avranno una discreta crescita di fatturato e utili.
- Si prevede che le aziende del settore delle utility elettriche complessivamente aumenteranno i ricavi del 6,9% quest’anno e del 4,0% nel 2026 e aumenteranno gli utili del 4,9% quest’anno e del 7,7% l’anno prossimo.
Questi dati possono aiutare a far comprendere meglio le prospettive future di un settore, quello tecnologico e strettamente connesso all’energia, che si sta sviluppando molto velocemente, ma che potrebbe innescare eventi ambivalenti.