Controllate subito se le vostre cartelle di Equitalia sono annullabili, perché la percentuale di quelle viziate raggiungere quasi lo 82%. Sbalorditivo, vero? Allora seguite questi nostri consigli per non pagare cifre che potreste invece risparmiare.
Prima di tutto due parole sul percorso che vi porta, un giorno, ad avere Equitalia addosso. Di solito la cartella di pagamento non è il primo atto di cui venite a conoscenza. Prima vi vengono notificati altri atti con cui venite a sapere di avere un debito con il Fisco. Solitamente il primo atto è un avviso di accertamento che vi notifica che, per esempio, non avete pagato bollo auto o passo carrabile per alcuni anni.
Non fate l’errore di buttare quell’avviso di accertamento in un angolo, non ignoratelo. Non state rimandando quel problema, lo state rendendo forse irrisolvibile. Infatti se il calcolo presenta errori, se avete sempre pagato ed avete le ricevute dovete immediatamente impugnare l’avviso di accertamento. Se non lo fate l’atto diventa definitivo e non potrà più essere impugnato per motivi di merito. Significa che non potrete più far valere le vostre ragioni relative ai fatti: ho già pagato, quel passo carrabile non è mio, il conteggio degli anni è sbagliato, ed altre simili.
Controllate subito se le vostre cartelle di Equitalia sono annullabili
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Se anche non avete impugnato il primo atto nei termini non tutto è perduto. Vi arriverà la cartella esattoriale ed anche quella può essere impugnata. Non però per la ragioni di fatto che vi abbiamo elencato sopra. La cartella può essere impugnata solo per errori formali relativi alla cartella stessa.
Alcuni esempi. La cartella è viziata se prima non avete ricevuto l’avviso di accertamento. In questo caso il procedimento non è completo, perché non vi hanno notificato il primo atto di accertamento. Quella cartella è senz’altro annullabile.
Secondo esempio. La notifica della cartella è avvenuta in modo errato. Per esempio la cartella vi è arrivata oltre i termini di legge, oppure ad un indirizzo in cui non siete più residenti.
Attenzione al suggerimento che vi diamo adesso, perché può sembrare in contrasto con quello che abbiamo detto prima. Infatti, stavolta e solo stavolta, vi suggeriamo di aspettare. Non impugnate immediatamente la cartella. Se lo fate è come ammettere che la cartella vi era arrivata e quindi che la notifica era valida.
Stavolta aspettate che l’Agenzia delle Entrate proceda con il pignoramento. A quel punto proponete opposizione all’esecuzione. Solo in quella sede sosterrete la mancata o inesatta notifica della cartella esattoriale.
Alcuni motivi per impugnare i provvedimenti
Vi forniamo un elenco di motivi che consentono di impugnare una cartella esattoriale.
a) mancata notifica dell’atto precedente;
b) notifica della cartella al contribuente sbagliato;
c) notifica per posta quanto il contribuente non era a casa. Potete impugnare se le poste non vi hanno recapitato la seconda raccomandata per avvisarvi che l’atto è depositato presso la casa comunale in attesa di ritiro;
c) prescrizione dei tributi elencati nella cartella;
d) la cartella esattoriale non riporta il nome del responsabile del procedimento amministrativo. Anche questo è un possibile vizio formale della cartella;
e) mancata indicazione delle modalità e dei tempi per fare ricorso al Giudice. E’ obbligatorio per legge, quindi la sua mancanza è un altro vizio formale della cartella;
f) cartella incompleta, in cui manchino alcune pagine;
g) motivazione incompleta della cartella. Vi avvertiamo però che in giurisprudenza si ritiene sufficiente la motivazione operata con richiamo al primo atto notificato. Controllate quindi se in quel primo atto la motivazione è, invece, completa;
h) motivazione incompleta per quanto riguarda la spiegazione del calcolo del tributo non pagato e dell’applicazione degli interessi.