I sintomi da carenza di ferro sono spesso connessi a condizioni di tipo anemico e si distinguono per le loro particolari caratteristiche. Debolezza, senso affaticamento, pallore e perdita di resistenza sono delle sensazioni che spesso descrivono una simile condizione clinica.
In questi casi l’alimentazione può offrire un valido aiuto per integrare il ferro nella propria dieta. Diversamente dalla classica bistecca della nonna, le ricerche scientifiche mostrano il potenziale che alcuni alimenti di origine vegetale possiedono. Contro ferro basso e anemia ecco il cereale da mangiare ogni settimana per risollevare l’emoglobina. Una recentissima ricerca di meta-analisi, guidata dall’Istituto Internazionale di Ricerca sulle Colture per i Tropici Semi-Aridi (ICRISAT), ha raccolto un grandissimo campione di dati. Di seguito vediamo quali sono i risultati dell’indagine.
Cosa significano stanchezza, affaticamento fisico e muscolare?
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Capita un po’ a tutti di avere dei momenti in cui ci si sente particolarmente stanchi e privi di energie. Le cause possono essere molteplici e in alcuni casi si possono migliorare attraverso una adeguata alimentazione. Pensiamo a chi fa sport o attività fisica e ha bisogno di energie rapidamente assimilabili. In un approfondimento precedente abbiamo visto quali sono 3 alimenti che danno energia immediata per combattere senso di stanchezza e affaticamento fisico e muscolare.
In altre circostanze la debolezza è invece ascrivibile ad una carenza di ferro o livelli bassi di emoglobina nel sangue come accade nei soggetti anemici. Sul piano alimentare questi soggetti hanno diverse alternative per colmare la propria carenza. Chi segue una dieta con prodotti di origine animale, può fare il pieno di ferro con una sola porzione di un alimento molto nutriente. Tuttavia, come raccomandano gli esperti di nutrizione, è preferibile garantire sempre una certa varietà alla propria alimentazione. Per questo è utile conoscere quali sono le fonti vegetali di ferro.
Contro ferro basso e anemia ecco il cereale da mangiare ogni settimana per risollevare l’emoglobina
Il numeroso team di ricerca guidato dall’ICRISAT ha analizzato circa mille soggetti tra bambini, adolescenti e adulti. I partecipanti allo studio metanalitico sono stati suddivisi in vari gruppi in base alle differenti varietà di miglio che hanno mangiato.
I soggetti hanno consumato frequentemente da 84g a 300g di miglio perlato o sotto forma di pasto per un periodo variabile da 1 a più mesi. Dai dati è emerso che il ferro presente nel miglio ha un elevato livello di biodisponibilità che potrebbe migliorare la condizione anemica della persona.
Inoltre, alcuni dati messi in evidenza dalla meta-analisi hanno mostrato un aumento dei livelli di emoglobina fino a oltre il 13% con consumo regolare del cereale. In alcuni casi, l’aumento interessava anche i livelli di ferritina, proteina essenziale per lo stoccaggio del ferro nell’organismo.
In conclusione, i ricercatori hanno voluto dimostrare quanto l’inserimento del miglio nella dieta quotidiana possa rappresentare un integratore naturale contro carenze di ferro e anemia. Questo dato enfatizza il potenziale basso costo di produzione e quindi di distribuzione anche nei Paesi a bassa ricchezza. In queste aree infatti il miglio è già alimento tradizionale ma non consumato regolarmente.
In una dieta sana ed equilibrata, come suggeriscono gli esperti, il miglio è dunque uno di quegli alimenti d’eccellenza che non dovrebbe mancare.
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