Conto cointestato: cosa fare alla morte di un cointestatario

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Spesso i coniugi sottoscrivono un conto corrente cointestato e talora la morte di un cointestatario pone di fronte a numerosi interrogativi. Di sicuro, cointestare un conto corrente rappresenta la scelta privilegiata da nuclei familiari e da professionisti. Un conto cointestato presenta evidenti vantaggi pratici e, soprattutto economici. Anzitutto garantisce ampi margini di risparmio in riferimento alle spese fisse, ovvero ai costi di gestione e al canone. Fornisce ad entrambi i cointestatari una visione globale del bilancio familiare o aziendale nel caso di professionisti che condividano il conto. Altro fattore che induce i correntisti ad optare per la cointestazione è l’assicurazione prevista dal Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi. In caso di fallimento dell’istituto bancario infatti la garanzia offerta ai titolari del conto cointestato è pari al doppio, ovvero a 200mila euro.

Firma congiunta o disgiunta?

Esistono due differenti modalità di aprire un conto corrente cointestato che conviene valutare. per capire cosa fare alla morte di un cointestatario. Per sottoscrivere la cointestazione del conto si può scegliere fra due opzioni: la firma congiunta o disgiunta. La firma disgiunta conferisce ad ogni correntista la facoltà di accedere al conto senza previo consenso dell’altro cointestatario. Ovviamente si tratta della soluzione più pratica perché assicura libertà di azione. La condivisione del conto corrente può anche prevedere la firma congiunta che, al contrario, implica l’autorizzazione di entrambi i correntisti per qualunque operazione bancaria. In caso di morte di un cointestatario la modalità di firma congiunta o disgiunta aprirà scenari differenti relativamente all’utilizzo del denaro depositato sul conto.

Conto cointestato: cosa fare alla morte di un cointestatario

Un conto corrente cointestato a firma congiunta richiede l’autorizzazione di entrambi i correntisti per qualunque movimento bancario. Alla morte di un cointestatario solo se si è adottata la firma disgiunta il correntista superstite avrà libero accesso al conto. Ciò finché ai legittimi eredi non verrà riconosciuta la facoltà di subentrare nella gestione del patrimonio. Nel caso di firma congiunta si dà per scontato che solo la metà delle somme in giacenza sia di proprietà del cointestatario ancora in vita. Ne consegue che il restante 50% spetta di diritto ai legittimi eredi che dovranno anzitutto presentare il certificato di morte del cointestatario. A ciò dovrà aggiungersi la dichiarazione di successione o di un atto notorio e, in assenza dello stesso, di un certificato sostitutivo dell’atto notorio. Di fatto quindi il conto corrente cointestato viene congelato e l’intestatario superstite non potrà effettuare alcuna operazione. In tal caso non resta che attendere la conclusione della procedura di identificazione degli eredi prima che il cointestatario possa avere nuovamente accesso al conto.

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