Nulla sarà più come prima: anche per il contante? Probabile. I problemi legati al distanziamento sociale e alla necessità di limitare gli scambi di oggetti brevi manu si ripercuoteranno inevitabilmente anche sul cash. Che probabilmente non sparirà, dato l’attaccamento degli italiani a questa forma di pagamento, ma che di sicuro scemerà. Causa coronavirus, contante addio, le carte di credito avanzano nei circuiti di pagamento elettronici già da un paio di mesi. Basti pensare all’exploit degli acquisti online tra marzo e aprile.
Il lockdown prolungato favorirà il trend
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È evidente che quanto più durerà l’invito alla prudenza tanto più il trend sarà a favore delle carte di credito. La gente non esce per incontrare i creditori e saldare i debiti, oppure evita le file ai supermercati e si fa recapitare a casa la spesa. E come paga? Con carta di credito, semplice. O per forza, a seconda dei punti di vista. E la riprova di questa tendenza è data dal fatto che anche nel caso in cui ci si reca in negozio, la forma di pagamento prediletta da negozianti e clienti inizia ad essere addirittura quella contactless. Proprio “senza contatti”.
In seconda battuta occorre poi ribadire come i pagamenti elettronici, per carta di credito, sono gli unici contemplati dai negozi o siti di shopping online.
Due altri “sponsor” alle carte di credito: banche e lotta all’evasione
Lo spostamento verso le forme di pagamento in contanti trova in altri due soggetti gli “sponsor” ideali verso questa migrazione. Chi?
Uno risponde al nome di banche. Si pensi a quanti costi esse risparmierebbero in merito alla custodia, vigilanza e al trasporto. Uno studio di Kpmg ha stimato tra i 5-10 mila euro i costi diretti della gestione del cash per ogni singola filiale. Che sparirebbero molto o del tutto in sa di passaggio all’elettronico. Ma le banche ne trarrebbero anche benefici di tipo indiretto. Cioè? La maggiore tracciabilità delle carte elettroniche migliora anche il grado di conoscenza di affidabilità creditizia dello specifico cliente.
Il secondo “sponsor” potrebbe essere il Fisco, che in tal modo effettuerebbe una migliore opera di contrasto all’evasione fiscale. Ad esempio la vecchia Legge di bilancio 2020 sosteneva e incentivava (tipo il bonus per il pagamento con carta di credito) i pagamenti diversi da quelli tradizionali.
Il contributo delle startup fintech
Nel solco di tale nuovo trend guidato dal coronavirus, contante addio: le carte di credito avanzano, s’innesta il ruolo delle startup fintech. Ovvero di tutte quelle imprese di ultima generazione che sposano l’innovazione di servizio e/o prodotto fino al parossismo. E nel caso dei pagamenti elettronici? Qui potrebbe davvero partire una rivoluzione di costume e di fare commercio senza precedenti. E introdurre sul mercato tanti nuovi strumenti che oggi costituiscono nicchie di transazioni ma che domani potrebbero gestire flussi di pagamenti impressionanti. Giusto per fare dei nomi, si pensi a YAP (Intesa) e Hype (Banca Sella), carte prepagate che, al pari della famosa Postepay, spopolano sul mercato. Ma ripeto a quest’ultima sono decisamente più “intelligenti” nel senso che offrono dei servizi più evoluti. Esempio: hanno di base Iban e una carta ricaricabile, ma danno all’utente servizi di pagamento compatibili con Google Pay ed Apple Pay. Utili per pagare al supermercato o in pizzeria anche con un comune smartphone.