Lascia sempre stupiti per la sua imponenza e per la lunga storia che racconta, lunga duemila anni di vita. Il Colosseo di Roma è senza dubbio uno dei monumenti più visitati dai turisti, italiani e non. Di anfiteatri simili ce ne sono diversi, in giro per il Mondo, lì dove si espandeva l’Impero romano.
Solo per citarne qualcuno. In Italia c’è l’Arena di Verona, in Francia le arene di Arles e Nîmes, in Croazia l’Anfiteatro di Pola, in Tunisia quello di El Jem.
Un tuffo nella storia laziale tra antiche pietre
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Eppure, di strutture ellittiche del genere ce ne sono pure vicino alla Capitale. L’idea è quella di visitarle dopo essersi beati delle bellezze romane. Non ci sono confronti da fare, naturalmente, ma solo un tuffo in più nella storia di queste antiche pietre.
A neppure mezz’ora da Roma, percorrendo la via Appia, arriviamo ad Albano Laziale, uno dei centri dei Castelli Romani. Il suo nome esatto è Anfiteatro Severiano, risale all’inizio del III sec. d.C. ed è scavato nella roccia tufacea locale, ma probabilmente c’erano anche opere murarie. Secondo gli studiosi, infatti, era alto addirittura 22 metri e poteva contenere 16mila spettatori. Nel corso dei secoli è diventato cava di tufo e cimitero cristiano, oggi talvolta è aperto in estate per spettacoli musicali e teatrali.
Conosciamo bene il Colosseo ma poco o per niente altri spettacolari anfiteatri del Lazio da scoprire nelle gite primaverili
Ci vuole mezz’ora dal capoluogo laziale anche per raggiungere un altro anfiteatro, quello di Bleso, del II secolo dell’età imperiale. Siamo a Tivoli e la struttura, scoperta per caso solo nel 1948, si trova in pieno centro, davanti a Rocca Pia, enorme complesso del ‘400. Anzi, sembra proprio che per fare spazio alla Rocca, l’anfiteatro fu sacrificato per la maggior parte della sua estensione. Non era molto grande, rivelano gli archeologi, conteneva 6mila spettatori e aveva mura alte 3 metri. Per gli studiosi, probabilmente lo costruirono nelle vicinanze di una supposta scuola di gladiatori, di cui non hanno ancora ritrovato i resti. Ora si apre d’estate per eventi vari.
Se conosciamo bene il Colosseo ma poco le altre strutture simili, nel Lazio dobbiamo assolutamente visitare l’Anfiteatro romano di Sutri, a circa un’ora da Roma, sulla via Cassia. Edificato interamente nella collina tufacea che sorge ai piedi del Bosco Sacro, tra il I secolo a.C. e il I d.C., anch’esso è stato “dimenticato” dagli uomini moderni. Interrato e usato come campo agricolo, è ritornato alla luce tra il 1835 e il 1838. Conteneva 7mila spettatori, in tre ordini di gradinate, divise per ceto sociale. Ora, per fortuna, è a disposizione di tutti e sempre, basta pagare il biglietto.
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