Il passaggio dei beni che il defunto lascia ai propri eredi prevede sul piano tributario e fiscale alcuni necessari adempimenti tra i quali la successione. In questi casi è bene ricordare che tale adempimento non sempre è necessario. Esistono delle condizioni formali che concedono l’esonero della presentazione della dichiarazione come abbiamo indicato nell’articolo “Non si paga la successione all’Agenzia delle Entrate se gli eredi sono questi familiari”. Negli altri casi, invece, è opportuno presentare la dichiarazione sulla quale si calcolano le imposte solo se il valore dell’eredità supera un certo limite. Nello specifico, coniuge e figli non pagano tasse di successione se l’eredità non va oltre questa quota che di seguito analizziamo.
Quanto tempo passa dall’apertura della successione agli adempimenti tributari
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Nel momento in cui muore la persona cara, sul piano del diritto successorio si procede all’apertura della successione. Questo atto segna il momento in cui il patrimonio del de cuius resta privo di un titolare e nell’attesa che venga trasmesso. Proprio in tale occasione coloro che intendono accettare l’eredità, dovranno svolgere una serie di adempimenti, oggi online, per acquisire il patrimonio. In questo momento è opportuno verificare se l’assegnazione dei beni seguirà la successione legittima o quella testamentaria. In un approfondimento abbiamo spiegato ad esempio come si divide l’eredità tra fratelli se non c’è testamento. Verificate queste premesse, ricordiamo che gli eredi hanno fino a 12 mesi di tempo per presentare la dichiarazione di successione. Tale arco temporale si calcola a partire proprio dalla data di apertura della successione come abbiamo indicato in precedenza.
Coniuge e figli non pagano tasse di successione se l’eredità non va oltre questa quota
Relativamente alle tasse che coniuge e figli stretti devono corrispondere all’Agenzia delle Entrate per la successione è opportuno dire che esistono delle franchigie e aliquote. Cosa significa? Ciascun familiare, quando eredita dei beni immobiliari o diritti reali sui beni, deve pagare una tassa su tali beni che si calcola secondo una certa percentuale. Questa è appunto l’aliquota. Tuttavia, il calcolo interessa quella parte che eccede un determinato importo. In questo caso si parla appunto della franchigia che è la soglia entro la quale gli eredi sono esenti da tassazione.
Nel caso del coniuge e figli, i valori di questi due parametri che il Legislatore stabilisce sono i seguenti: la franchigia è pari ad 1 milione di euro, mentre l’aliquota corrisponde al 4% della parte eccedente la franchigia. Poniamo che il coniuge e i figli ereditino ad esempio una casa ma il suo valore catastale non supera la soglia che abbiamo visto. In questo caso essi non pagheranno l’imposta di successione relativamente alla propria quota di eredità perché il valore catastale della casa non supera il milione di euro. Se lo avesse superato, allora si sarebbe applicata l’aliquota del 4% a cui si aggiungono imposta catastale e ipotecaria.
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