Il prossimo appuntamento per la diplomazia mondiale è a Bali, a metà novembre. In quell’occasione, infatti, nella splendida cornice di una delle più belle isole del Pianeta si riuniranno i rappresentanti delle prime 20 economie mondiali. Tra questi, è di oggi la notizia, è confermata la presenza di Russia e Cina. Un particolare non da poco, soprattutto considerando quanto accaduto recentemente sul panorama internazionale. Il riferimento è alla partecipazione di soldati cinesi ad alcune esercitazioni previste per il 30 agosto, insieme anche a India e Bielorussia. Non solo, sempre da Pechino è arrivato anche il ringraziamento a Mosca per l’appoggio dato alle critiche rivolte contro il viaggio della speaker statunitense Nancy Pelosi a Taiwan.
Confermata la presenza di Russia e Cina al prossimo incontro dei G20
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A questo punto, analizzando la questione della guerra tra Russia e Ucraina, la prima domanda che sorge è: al summit di Bali, ci sarà anche Zelensky? Una domanda che, già in passato, di fronte alla prospettiva della presenza, in contemporanea, sia di Vladimir Putin che di Xi Jinping, aveva animato il dibattito sulla questione. Anche perché, qualora venisse confermata anche la presenza del capo del Governo ucraino, si tratterebbe dell’occasione più importante per un eventuale incontro tra le parti.
La centrale nucleare di Zaporizhzhia
Ma al di là delle ipotesi resta, di fatto, sempre più tesa la situazione sul campo. In particolare per quel che riguarda la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Ieri il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha proposto una possibile smilitarizzazione dell’area. Proposta che è stata subito giudicata come inattuabile da Vladimir Rogov, rappresentante del consiglio degli organi amministrativi della zona. Infatti, secondo la sua dichiarazione, sarebbero proprio i sistemi di difesa russi a proteggerla da un eventuale attacco. La proposta di Guterres nasceva sia in virtù di una strategia di allentamento della tensione ma soprattutto per placare la paure di un’escalation anche in altre regioni. Infatti tra i territorio contestati, adesso è tornata in scena anche la Crimea.
Kiev ne reclama la sovranità ma per Mosca la zona è inderogabilmente sotto il controllo russo. Ma a spegnere ulteriormente eventuali speranze per un possibile incontro al vertice, sono anche le dichiarazioni dello stesso Zelensky secondo le quali eventuali trattative di pace potranno avviarsi solo ed esclusivamente nel momento in cui le truppe russe abbandonassero i territori occupati. Una prospettiva che, allo stato attuale dei fatti, è al limite dell’utopico.
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