Prima ancora di inviare la domanda di pensionamento conviene analizzare l’anzianità di servizio. L’importo degli assegni pensionistici potrebbe infatti essere molto basso per chi non ha alle spalle lunghe carriere lavorative. Rivolgendosi ad un consulente previdenziale si potrà valutare la soluzione più vantaggiosa per non perdere soldi sui ratei mensili.
Per dare un’idea delle spettanze abbiamo già indicato quanto riceveranno di pensione i dipendenti con 1.500 euro di stipendio e 20 anni di contribuzione. Chi si inserisce in ritardo nell’universo lavorativo potrebbe non riuscire a costruire una lunga storia contributiva. Per altri invece potrebbe essere importante realizzare il desiderio di un’uscita anticipata e quindi del prepensionamento. In simili casi è opportuno essere consapevoli dell’ammontare degli assegni previdenziali cui si avrà diritto.
L’anticipo pensionistico potrebbe attirare in modo particolare le lavoratrici stanche di dover occuparsi della professione e insieme della famiglia. A tal fine i nostri esperti hanno calcolato quanto spetterebbe ai contribuenti che anticipano il pensionamento da 1 a 5 anni. Allo stesso modo è utile capire quale sarebbe l’importo mensile degli assegni con sistema misto e 38 anni di contributi. Così come non si deve trascurare l’opportunità di lasciare il lavoro qualche anno prima se dovesse insorgere disturbi e malattie più o meno invalidanti. Si tenga conto che con alcuni problemi di salute e patologie si può andare in pensione in anticipo senza tagli sui ratei.
Con sistema misto e 38 anni di contributi INPS ecco quanto prenderà di pensione un lavoratore dipendente
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Per individuare in misura approssimativa quale sarà l’importo del trattamento pensionistico bisogna conoscere alcuni dati relativi all’anzianità contributiva.
Oltre agli anni di contributi che il lavoratore ha accumulato serve anzitutto sapere quando ha avuto inizio la carriera lavorativa. Ciò perché per la copertura assicurativa versata dopo il 31 dicembre 1995 si adotta il sistema di calcolo contributivo. Al contrario si ricorre al criterio retributivo e misto per quei lavoratori che hanno accumulato contributi in periodi antecedenti al 1° gennaio 1996.
Prendiamo il caso di un dipendente pubblico che arrivi a fine carriera con 38 anni di contributi di cui ad esempio 15 versati fino al 1995 e gli altri 23 dopo. Per calcolare la prima quota della pensione si utilizzerà il sistema retributivo e per la seconda quello contributivo. Ipotizziamo inoltre che il dipendente percepisca una retribuzione media di circa 25.000 euro su base annua.
Tenendo conto del coefficiente di trasformazione si deduce che la pensione annua sarà pari all’incirca a 18.000 euro lordi. Di conseguenza con il sistema misto potrà contare su un assegno pensionistico di circa 1.390 euro per 13 mensilità.